Cesc Fabregas è sicuramente un allenatore intrigante: il suo stile di gioco, la sua personalità, il suo coraggio, l'essere sempre in vista anche per il suo glorioso passato da calciatore, lo rendono un profilo per cui prestare particolare attenzione. E il Milan lo sta valutando seriamente. I discorsi, eventualmente, entreranno nel vivo con la nomina (attesa a breve) del nuovo direttore sportivo, ma il club rossonero e l'allenatore spagnolo sono, in qualche maniera, destinati ad incrociarsi prima o poi. Da giocatore, il catalano ha sfiorato più volte Milano: dopo lo scudetto del 2011 quando coincideva con il misterioso Mister X, poi rivelatosi Antonio Nocerino, nel 2016 e nel 2018, quando lo stesso Fabregas preferì restare al Chelsea, e più di recente, quando l'ex CEO di via Aldo Rossi Ivan Gazidis pensò a lui per inserire un uomo di esperienza nel roster. Non se ne è mai fatto nulla.
Il modulo Fabregas per il Milan
E chissà che, con un ruolo differente e con qualche anno in più sulla carta d'identità, Fabregas non possa finalmente trovare casa a San Siro. Al Milan, eventualmente, lo spagnolo troverebbe una rosa già abbastanza vicina alle sue idee tattiche. Nella sua - fin qui brevissima - carriera in Serie A, comprendente solo le 29 partite giocate nel campionato in corso più il primo turno di Coppa Italia, il Como ha sempre giocato con il 4-2-3-1. Modulo moderno, offensivo, che Fabregas ha costruito sulle rive del Lago grazie alle due importanti campagne acquisti della sua proprietà, costituite da tanti calciatori giovani, da sgrezzare e da far crescere, da impostare tatticamente e tecnicamente, e ad una serie di ragazzi un po' più esperti, di categoria. La stessa dinamica di mercato, di modulo e di dna di gioco, ad un livello decisamente più alto di pressione e di ambizione, si ripeterebbe nel Milan.
L'ipotetico undici di Fabregas al Milan: le scelte
Fabregas ama la costruzione dal basso: Maignan, in questo fondamentale, è certamente tra i numeri uno. I centrali dello spagnolo devono saper trattare bene il pallone: Thiaw sarebbe destinato ai gradi della titolarità, così come il finto terzino - più terzo di destra - Walker, mentre per il compagno di reparto, ad oggi Pavlovic, si dovrebbe ricorrere al mercato. Particolare la situazione di Theo: Fabregas lo avrebbe accolto volentieri in riva al Lago a gennaio, ma il francese ha rifiutato la corte; i due potrebbero non incrociarsi anche al Milan con la questione rinnovo non risolta. A centrocampo, Fabregas preferisce calciatori dinamici e completi: Fofana è una garanzia, al suo fianco il profilo di Samuele Ricci sembrerebbe l'ideale. Capitolo attacco. Al Como, Strefezza è un destro che gioca a destra: Pulisic, più talentuoso del brasiliano, calcherebbe le stesse zolle. Reijnders, stella tecnica del Milan, fungerebbe da trequartista tuttofare: regia, rifinitura e finalizzazione. Alla Nico Paz. E poi Leao: con Diao la rima viene facile, meno il paragone tecnico; il portoghese è molto meno incline al gioco di squadra dell'ex Betis e potrebbe faticare. Ma il tecnico spagnolo non è uno che ingabbia i suoi: saprebbe come liberarne il talento. Davanti, ovviamente, Santiago Gimenez. Insomma: la stoffa per lavorare c'è. Bisognerà solo capire se Fabregas sarà il sarto prescelto.