«Non sempre cambiare equivale a migliorare ma per migliorare bisogna cambiare». Può darsi che Sergio Conceiçao non abbia mai letto la citazione di Winston Churchill ma di sicuro deve averlo pensato a lungo, specie dopo le ultime due sfide, quello di Napoli e quella successiva con la Fiorentina, entrambe “macchiate” da un gol quasi lampo e da un tempo - solitamente il primo - giocato in affanno e senza una bussola calcistica. Di qui la decisione, con prove settimanali, di cambiare innanzitutto il sistema di gioco passando dalla tradizionale difesa a 4 a quella a 3 che nel recente passato venne adottato in un periodo di grande difficoltà (gennaio del 2023) da Stefano Pioli suscitando l’ira di Paolo Maldini, senza raggiungere grandi risultati. Durò poche settimane, il tempo di recuperare un pizzico di fiducia in più. A Udine il primo più evidente risultato, al cospetto di un rivale che ha un solo attaccante dichiarato, Lorenzo Lucca, è quasi una liberazione: nemmeno un gol subito durante la prima frazione, nemmeno un rischio corso nei primi 10 minuti che rappresentano la zona temporale a rischio del Milan di questa stagione.
I vantaggi di questa scelta, per ora, sono sotto gli occhi di tutti. I più evidenti risultano nell’evitare di ballare la rumba e il cha-cha-cha dinanzi alle folate dell’Udinese che non ha certo un attacco micidiale e anzi si trascina dietro una striscia di sconfitte che comincia a diventare preoccupante. Ci sono insomma segnali di maggiore equilibrio complessivo che non toglie nemmeno un briciolo alla potenza offensiva di questa squadra che, quando ha spazio, quando ha la possibilità di liberare il talento di Leao e Theo Hernandez (sollevato da compiti difensivi), può persino dilagare come accaduto ieri sera a Udine con i suoi protagonisti migliori, anche Reijnders, colpevole d’aver fallito un gol fatto anche all’alba della sfida, dopo 20 secondi addirittura (strepitosa parata di Okoye).
A questo punto però la domanda delle cento pistole è la seguente: può servire anche per i prossimi appuntamenti e in particolare per la semifinale di ritorno di Coppa Italia il nuovo sistema di gioco? La risposta più autorevole spetta alla domenica di Pasqua che può essere di passione o di resurrezione, contro l’Atalanta, un’altra bestia nera recente della storia milanista, non a caso due team che si schierano con lo stesso disegno tattico.
Ultima riflessione. Si può capire la scelta iniziale di Jovic centravanti in partenza: non ha avuto grandi possibilità di esibire il suo talento balistico (2 gol nelle precedenti gare). Abraham, però, è un’altra musica, ha piedi che gli consentono di legare il gioco con i fantasisti della compagnia, in particolare con Leao e Theo Hernandez. E quando i tre si cercano e si trovano (tipo ad esempio il gol del 2 a 2 a Roma contro la Lazio), beh allora il calcio del Milan diventa quasi musica.