MILANO - Sfogliare la margherita, al Milan, non è una operazione semplice. Tutt'altro. Ognuno vuole il suo petalo, ognuno vorrebbe tenere per sé il fiore, ognuno ha i suoi tempi di azione. E, al dunque, non si arriva mai, nonostante la decisione in questione sia di primaria importanza per le sorti del prossimo futuro del club e che, tra i parametri di efficacia, vi è anche quello di un certo tempismo oltre che, naturalmente, di bontà della scelta stessa. La saga per la ricerca del nuovo direttore sportivo rossonero e, per diretta conseguenza, dell'allenatore della prossima stagione continua senza che si facciano passi in avanti. Sembra di essere su un tapis roulant: si corre, ci si muove, ma si rimane sempre lì; anzi, più passa il tempo, più si rischia di arrancare per stanchezza.
Milan, sfuma anche D’Amico
E il Milan, un secondo grosso passo indietro, dopo l'abbandono della pista Fabio Paratici, lo ha compiuto proprio ieri. A meno di clamorose sorprese, infatti, è saltata l'opzione Tony D'Amico, attuale direttore sportivo dell'Atalanta, blindato da Luca Percassi, ad dei bergamaschi, in occasione della presentazione della partnership tra la Dea e New Balance: «D’Amico sicuramente vestirà New Balance l’anno prossimo. Al di là dell’interesse vero o presunto di altri club, lui avrà l'enorme compito anche l’anno prossimo di creare una Atalanta competitiva. Noi siamo contenti di lui, lui è contento di noi, e avrà una grande responsabilità. Ci mancano ancora quattro partite e adesso siamo concentrati su questo finale di stagione e andiamo avanti». D'Amico era il preferito di Giorgio Furlani nella corsa alla poltrona rossonera. Ora l'ad dovrà inevitabilmente cambiare obiettivo.
Diesse, i papabili di Cardinale
Una opzione potrebbe essere quella di rivolgersi ai soci del management, a proposito dei petali della margherita. Gerry Cardinale, proprietario del club, ha incontrato recentemente Fabio Paratici, ma il camino, acceso per ricucire last minute i rapporti, ha espresso una fumata nera. Zlatan Ibrahimovic, mediaticamente un po' fuori dalle discussioni ma sempre considerato, in quanto Senior Advisor della proprietà, nel processo decisionale rossonero, poneva Igli Tare come prima scelta; Furlani ha incontrato l'ex dirigente della Lazio varie volte nelle ultime settimane, ma non lo ha mai pienamente convinto, così come, dall'altro lato, Tare potrebbe decidere di salutare tutto e tutti per via della lunga attesa.
Milan, dirigenza immutata
Insomma: le idee non sono chiarissime, il tempo passa e il tapis roulant scorre come da programma, cioè senza che si arrivi ad una meta; a meno che non si decida di fermarsi in autonomia, confermando l'attuale struttura dirigenziale senza alcuna aggiunta. Ma è l'ultima opzione ad oggi. D'altronde, era stato lo stesso Furlani a confermare la ricerca di un ds e la bontà dell'eventuale inserimento: «Vogliamo migliorare - aveva dichiarato ad inizio aprile - la parte sportiva. Nelle ultime due stagioni non abbiamo avuto un ds tradizionale. Adesso quello che stiamo valutando è di prendere un ds più tradizionale e riconsolidare quei ruoli in una persona». L'obiettivo c'è, ma la strada per arrivarci è piuttosto impervia, soprattutto se a fungere da navigatore sono troppe voci diverse fra loro.