L’ extra omnes pronunciato mercoledì sera dalla finale di Coppa Italia non coinvolgerà tutte le aree del Milan, ma toccherà in maniera profonda il comparto tecnico più esposto: allenatore e rosa. Difficile, d’altronde, pensare di non dover resettare - non da zero sì, ma giù di lì - parte della squadra dopo la fallimentare stagione che si sta per concludere. E, tra l’altro, alcuni destini erano già quasi segnati. Quello di Sergio Conceiçao, per esempio, si era leggermente aperto a una conferma nelle ultime settimane, ma molto, durante questi mesi sulla panchina rossonera, ha spesso indicato la strada per la separazione a fine semestre di contratto.
Finale di Coppa Italia, tutti gli errori del Milan
E così sarà. L’ultima colpa è ascrivibile alla disfatta di Coppa Italia: al di là degli episodi arbitrali - dei quali l’allenatore portoghese si è lamentato precisando, in maniera un po’ paradossale, di non volere alibi - la sua squadra si è mostrata fragile tatticamente e scadente tecnicamente, praticamente mai capace di impensierire il Bologna e di trovare contromosse alla strategia di Vincenzo Italiano, curata in special modo dopo la sfida di campionato di venerdì. Ciò che si è visto all’Olimpico era piuttosto evidente: il Bologna sapeva come fare male al Milan e come difendersi dal Milan, il Milan non sapeva come frenare in maniera costante il Bologna e non sapeva come attaccarlo. E in questo allenatore e calciatori hanno colpe piuttosto lampanti.
Il colpo di coda per l'Europa
Neanche l’ultimo colpo di coda per l’Europa, aritmeticamente ancora possibile, salverebbe il posto a Conceiçao. I rossoneri, infatti, potrebbero realisticamente sperare almeno nella Conference League arrivando al sesto posto in classifica, raggiungibile solo e soltanto con sei punti nelle prossime due partite, tra cui lo scontro diretto contro la Roma di domenica; vincendo all’Olimpico, Leao e compagni avrebbero lo scontro diretto a favore con i giallorossi di Ranieri e li sopravanzerebbero in classifica. A quel punto basterà battere il Monza all’ultima giornata per stare davanti alla Roma. Poi bisognerà guardare agli altri risultati: Juventus, Lazio, Bologna (già almeno in Europa League) e Fiorentina sono ancora in corsa.
I nomi per il post Pioli
Insomma, sarà separazione e sarà nuovo progetto tecnico, da iniziare con il quarto allenatore diverso negli ultimi dodici mesi: a maggio 2024 i saluti a Stefano Pioli, poi Paulo Fonseca e Sergio Conceiçao, dalla vicina estate un nuovo arrivato. L’identikit, anche per la mancanza del fantomatico direttore sportivo, non è ancora chiarissimo. C’è solo una certezza: la nazionalità italiana. Dopo due allenatori stranieri, infatti, la dirigenza rossonera ha capito di aver bisogno di un profondo conoscitore della Serie A per rilanciare il club. Non considerando per il momento gli allenatori attualmente sotto contratto, le opzioni più in voga per la panchina del Milan sono quelle di Maurizio Sarri e, soprattutto su spinta di parte del popolo milanista, di Massimiliano Allegri. Per l’ex allenatore di Lazio e Juventus, i primi contatti risalgono allo scorso dicembre, quando Furlani lo aveva chiamato per subentrare a Fonseca; i sei mesi offerti, però, non convinsero il tecnico toscano. Ma ora, con una stabilità da trovare, il Milan potrebbe proporre a Sarri un contratto almeno biennale. E Sarri, voglioso di tornare in pista, ha già fatto capire in più occasioni di apprezzare l’opzione rossonera.