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Milan al buio: squadra in silenzio, dubbi su Ibrahimovic

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Milan al buio: squadra in silenzio, dubbi su Ibrahimovic AC Milan via Getty Images
I rossoneri affrontano la Roma in un momento difficile dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia

MILANO - Sono a pezzi. E si può capire. Perché aver fallito per la terza volta, durante la stessa stagione, anzi nei primi 5 mesi del 2025, anno di particolare disgrazia rossonera, lo snodo decisivo che avrebbe impresso al Milan un epilogo favorevole invece che spingerlo sul binario morto attuale, non è un evento che si può smaltire e dimenticare in poche ore. A deragliare, la prima volta, contribuì l’esito del viaggio a Zagabria contro la Dinamo di Fabio Cannavaro: pasticcio di Gabbia più l’autolesionista Musah che si fa espellere a fine primo tempo. Il secondo harakiri è a Rotterdam dove al “pronti via” Mike Maignan, sì proprio lui, si fa sorprendere da un tiro non irresistibile bissato dal ritorno a San Siro contro il Feyenoord, appena depotenziato del suo attaccante migliore, Santiago Gimenez che debutta firmando un gol dopo pochi minuti. In quella occasione l’espulsione di Theo Hernandez per doppio giallo è il classico macigno finito sul binario della possibile qualificazione agli ottavi di Champions League. Infine Roma, la finale di coppa Italia inseguita e incredibilmente impreziosita con la semifinale di ritorno contro l’Inter chiusa con un secco 3 a 0. Tre indizi che fanno la prova: questa squadra, dinanzi al bivio, sceglie sempre il sentiero sbagliato. 

Milan, allenamenti in silenzio 

L’umore del Milan si può capire allora. “Da due giorni non vola una mosca durante gli allenamenti” raccontano dalle parti di Milanello. Accentuato, per quello che è possibile, da alcuni dati raccolti dallo staff di Conceiçao e che segnalano l’insufficienza su quasi tutti i parametri, i chilometri percorsi, il numero dei contrasti vinti, i palloni recuperati. In circostanze del genere c’è solo una soluzione a un clima del genere: rivoltare lo schieramento come un calzino e dare la possibilità agli esclusi della finale di dare una risposta, orgogliosa e caratteriale a nome e per conto di tutto lo spogliatoio. Lo farà Sergio Conceiçao domenica sera all’Olimpico? Difficile rispondere a questo quesito in mancanza di indicazioni affidabili. Dopo il commento di Furlani di mercoledì notte ("è stata una stagione fallimentare, abbiamo commessi degli errori, condividiamo la delusione dei tifosi"), il club è rimasto in silenzio. Nessun cenno dagli Usa da parte di Gerry Cardinale. Ibra, discusso per il suo ruolo che fin qui non ha portato alcun contributo positivo, si è presentato a Milanello per provare a rialzare la temperatura depressa.  

Direttore sportivo e allenatore del futuro

Nel frattempo, l’impegno preso è quello di tornare a parlare “con i fatti” e cioè con le scelte che sono sempre quelle di alcuni mesi fa e cioè con l’indicazione del ds con il quale rafforzare l’attuale direzione sportiva e di conseguenza con quella successiva dell’allenatore chiamato a fornire un copione calcistico collaudato e disegnato su misura della cifra tecnica del gruppo. Diventeranno queste le due figure decisive per impostare il prossimo mercato che deve cominciare a fare i conti anche con alcune offerte provenienti dall’Inghilterra. Fonti autorevoli continuano a ripetere che il Manchester City è pronto a far arrivare a casa Milan una mail con la prima proposta operativa per avere Reijnders, il quale non dimentichiamolo, soltanto qualche settimana prima, ad aprile, ha firmato (e si è lasciato fotografare con il figlio in braccio mentre deponeva la sigla sul contratto) il rinnovo contrattuale con ricco ritocco dello stipendio. È stato fin qui l’unico rinnovo effettuato, magari non il più urgente di tutti (Maignan e Theo sono più vicini alla scadenza del 2026), proprio perché c’era sentore della concorrenza inglese. La depressione post finale può aver fatto cambiare idea a Reijnders? Magari l’arrivo di una figura (il nuovo allenatore) autorevole e convincente può aiutare anche su questo fronte.

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