SILENZIO - Tacere è una difesa: non c’è granché da dire, c’è da riflettere, da interrogarsi sul momento più cupo di quest’era che Benitez ha reso lussureggiante, prima di ritrovarsi nella penombra della crisi. E’ sparito, così, d’incanto, il calcio verticale e non c’è più neanche Higuain, ventitré reti fino a quando non ha cominciato a vagare nella terra di nessuno, quella che non gli appartiene: l’ultima volta, quasi dimenticandosene, risale al dodici marzo, si giocava a Trebisonda e lui non perse l’orientamento, tutt’altro, una tripletta e via con l’illusione. Ma poi è mutato il vento, è scomparso il Pipita, che con il Napoli ha dovuto affrontare quest’emergenza ch’è figlia dei risultati, che è nipote dell’astinenza di Callejon e di Mertens, persino di Gabbiadini, che risente (com’è inevitabile che sia) dalla involuzione del suo uomo di maggior peso tecnico. Il leader che non c’è più, adesso.
SILENZIO - Tacere è una difesa: non c’è granché da dire, c’è da riflettere, da interrogarsi sul momento più cupo di quest’era che Benitez ha reso lussureggiante, prima di ritrovarsi nella penombra della crisi. E’ sparito, così, d’incanto, il calcio verticale e non c’è più neanche Higuain, ventitré reti fino a quando non ha cominciato a vagare nella terra di nessuno, quella che non gli appartiene: l’ultima volta, quasi dimenticandosene, risale al dodici marzo, si giocava a Trebisonda e lui non perse l’orientamento, tutt’altro, una tripletta e via con l’illusione. Ma poi è mutato il vento, è scomparso il Pipita, che con il Napoli ha dovuto affrontare quest’emergenza ch’è figlia dei risultati, che è nipote dell’astinenza di Callejon e di Mertens, persino di Gabbiadini, che risente (com’è inevitabile che sia) dalla involuzione del suo uomo di maggior peso tecnico. Il leader che non c’è più, adesso.