NAPOLI - La curiosità (morbosa) ormai avvolge il calendario, perché il desiderio collettivo - a questo punto - è nella data di un incontro annunciato e poi rinviato e poi congelato: si vedranno, certo che sì, e avranno modo di guardarsi stavolta negli occhi, rinunciando a quella pratica giovanile, contemporanea, di un sms, che racchiude pensieri, mica li esprime. Poi si procederà: perché dinanzi alla fumata azzurra - che indicherà il percorso del futuro - s’avvierà il progetto che appartiene (teoricamente) ancora a Benitez, che comunque (ereditariamente) è indirizzato a Mihajlovic.

BYE BYE - Of course, altrimenti De Laurentiis non si sarebbe messo a riflettere, accomodandosi (idealmente) su quella panca: le distanze sono (gradualmente) diventate enormi, sono anche stavolta scandite dalla tipologia di un linguaggio che non appartiene né all’uno, né all’altro, essendo entrambi inclini al dialogo diretto, essendo ognuno padrone di un eloquio forbito. Però che abbiano smesso di parlarsi è un fatto, quasi «il fatto», e l’ha pubblicamente ammesso Benitez, e poi si sapeva: «Ci siamo scambiati dei messaggini dopo la gara con il Wolfsburg, quando Aurelio mi ha fatto i complimenti, e ce ne siamo scambiati altri dopo la gara con il Cagliari. Avremmo dovuto incontrarci, ma abbiamo rinviato».


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