CHE BOTTA - Questo è il momento delle analisi che impietosamente avanzano nel tabellino dei gol subiti: sono quarantré, una enormità per una grande che si è sfaldata per la settima sconfitta esterna, che s’è concessa il «lusso» di due autoreti, che ha stravolto sé stesso, ciò che aveva elegantemente disegnato appena quattro giorni prima con la Sampdoria. E’ questo il Napoli che non ti aspetta, una squadra che sa essere il dottor Jekyll e mister Hide, che vive un periodo da leoni e poi smette di ruggire, si fa paura da solo: in trasferta, paradosso, non era andata poi così male, fino a ieri sera erano «appena» diciassette gol presi, quanti la Lazio, tre in più della Roma e val la pena di lasciar perdere la Juventus che appartiene ad un’altra galassia; ora siamo a ventuno, perché l’aritmetica fa opinione e non concede attenuanti e strapazza Koulibaly, ne spiega l’accantonamento, ne attenua l’immagine che aveva folgorato all’impatto, lo riconduce gerarchicamente alle spalle degli altri, di Britos (due autoreti stagionali), di Albiol (due autogol consecutivi).
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