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Sarri, presente e futuro: il Napoli in azione

La corsa al 2° posto, la semifinale di ritorno in Coppa con la Juve e i colpi per una squadra ancora più forte

NAPOLI - Lo chiameremo il «patto del Quirinale», che non è quello del Nazareno: non ci sono implicazioni politiche, però c’è da decifrare il futuro, da affrontare assieme, finché sarà possibile, ed è interesse comune, si direbbe collettivo, viverlo senza spargimento d’ulteriore stress. Il risultato è in quel clima che emerge da quando Napoli-Real Madrid è finita, che ha lasciato convinzioni forti nel presidente e nell’allenatore di una squadra che ha messo entrambi d’accordo: «E’ stata, comunque, dimostrazione di gran calcio».  La rinascita, passata la crisetta di risultati (tre sconfitte in quattro partite) s’avverte immediatamente dopo il blitz all’Olimpico e gli effetti di quella serata è nei fatti, nel clima attuale, nella determinazione ad inseguire la qualificazione in Champions ed a provarci con la Juventus nella semifinale di ritorno di Coppa Italia.

IL RETROSCENA - Si riparte, dunque dal Real, però si va oltre, si guarda in lontananza, sfruttando l’onda lunga, complice la diplomazia di Andrea Chiavelli - il consigliere delegato - e di Cristiano Giuntoli - il direttore sportivo, d’un rapporto rinfrescato nel chiuso d’una sala da De Laurentiis con Sarri: «Io non ho parlato male di te». È un dettaglio ciò che succede in quell’incontro, che sia finito a tavola o si siano fermati all’apericena, perché la centralità della stretta di mano di via XXIV Maggio è nel clima conciliante d’un faccia a faccia che entrambi aspettavano e i cui sviluppi vengono colti dopo quell’ora e mezza al San Paolo in cui il Napoli rapisce (ancora) De Laurentiis: «Sarri ha dato una lezione di calcio». S’erano già ironicamente ritrovati, perché ad un toscanaccio viene naturale scovare nel proprio io più pubblico la battutina accattivante: «Io e Aurelio abbiamo parlato una trentina di minuti, due di calcio e gli altri di cinema: gli ho proposto due sceneggiature e spero che mi faccia fare questi film». S’erano visti, e poteva bastare, ed è bastato, per scoprire che martedì sera sono cambiati i toni e si sono avvertite suggestive analisi proiettate in un orizzonte che gli appartiene: l’ha fatto De Laurentiis («ora ci aspettano due gare in quattro giorni con la Juventus»), l’ha sottolineato Sarri («abbiamo messo in difficoltà il Real e per cinquanta minuti siamo stati addirittura superiori: tutto ciò rappresenta una speranza per continuare a credere nel nostro lavoro»).

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