Luci al San Paolo: nuovo impianto di illuminazione, due mega-schermi
Almeno all’esterno, per quel che si vede, il «vecchio» San Paolo è una fotografia sgualcita, un’immagine demodé ch’è stata cancellata dalla scintillante inaugurazione delle Universiadi, da quel luccichio abbagliante del nuovo impianto di illuminazione, dalla seduzione, si direbbe persino il fascino (eh sì), dei due mega-schermi che hanno oscurato un tormento popolare secolare e scatenato uno stupore addirittura fanciullesco.
Però, in quel palcoscenico che ha avuto bisogno di venticinque milioni di euro per essere rimesso a nuovo, spogliatoi a parte, resta il deserto che una platea di undicimila abbonati non può colmare e che induce a riflettere sulle aspirazioni della città, sull’ossessione scudetto, su un rapporto a volte contrastato con il club. Però il primo capitolo dell’analisi sulla disaffezione di massa - il san Paolo e le sue rovine, la sua sciatteria, la sua inefficienza assoluta, s’è almeno visibilmente ridimensionato: la colpa, dunque, non era (non è) di quel «rottame» anche cadente che adesso sa essere apparentemente ospitale, riempie persino gli occhi allo spettatore.
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