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Il Napoli vuole rompere il silenzio

Bocche cucite dalla partita di Champions con il Salisburgo: Ancelotti può avere un ruolo importante nel disgelo, però la mossa decisiva tocca a De Laurentiis

E ora parliamone. Diciamola bene, diciamola tutta. Perché d’accordo il silenzio a caldo, che a volte è oro puro, però i giorni passano e il Napoli, cioè Ancelotti e i giocatori, avrebbero voglia di dire e fare. Sì, innanzitutto la squadra, che a vario titolo ha palesato al tecnico e soprattutto ai dirigenti la propria intenzione di mettere in chiaro al cospetto del presidente e della città quanto accaduto dopo il Salisburgo; e poi Carletto, che in questa fase di grande tensione tra la società e i giocatori sta svolgendo anche il delicato ruolo di mediatore. Una sorta di tramite: in virtù della sua grande esperienza, della personalità d’autore e del buon senso. Lui, il tecnico, ma non solo: dicevamo che avrebbero già voluto raccontarsi i calciatori - e lo vogliono ancora, meglio chiarirlo - e poi anche Allan, in prima persona, e Zielinski, magari a mezzo social. Loro, proprio loro due: rispettivamente vittime insieme con le famiglie di un tentativo di furto in casa e di un furto in auto, ma non per questo in fuga da Napoli. Risposta: tutti zitti, il club ha optato per il silenzio stampa e bisogna rispettarlo. Fino a nuovo ordine.

ParlaNapoli

E allora, ParlaNapoli. Il festival delle parole non dette, delle spiegazioni e magari delle scuse: già, perché a prescindere dalle motivazioni alla base della scelta di disertare il ritiro dopo l’ultima di Champions al San Paolo con il Salisburgo, martedì 5 novembre, la squadra ha pur sempre disobbedito a una decisione della società. Innescando una serie di conseguenze: De Laurentiis, infatti, è fermamente intenzionato sia a comminare ai giocatori la classica multa (fino al 25 percento lordo dello stipendio di un mese), sia a intentare una causa al cospetto della giustizia ordinaria per danni all’immagine. Il progetto è questo, ma il silenzio è assordante: fi ltrano cose, notizie e aspirazioni, ma tutto sommato sarà soltanto la parola a ristabilire la chiarezza. In un senso o nell’altro. E il Napoli per fare quadrato, risalire in classifi ca, uscire dalla crisi di risultati, dalla confusione e dalla tensione ambientale ha bisogno soltanto di spiegare. E di spiegarsi.

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