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Napoli, Osimhen alla guida di un attacco d'oro

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Dopo un anno nero fra infortuni e Covid adesso il nigeriano è pronto a stupire: i due gol al Bayern confermano i suoi progressi

I gol si contano e si pesano: e una doppietta al 31 luglio all’Allianz Arena contro (ciò che resta) del Bayern, ha un senso, eccome se ce l’ha. Perché è vero, ormai Nagelsmann aveva scelto la sua meglio gioventù ma anche il Napoli, con i suoi guai, le sue ferite e i suoi ori da lasciare ancora splendere al sole delle vacanze ne aveva nove in meno: e poi, va da sé, quelli son gesti che incidono, lasciano il segno a futura memoria. Victor Osimhen ha perso troppo tempo, e non per colpa sua: dall’infortunio alla spalla al Covid è stato niente, è successo tutto così in fretta ed in rapida successione, e quando ormai sembrava che il peggio fosse finito, in una sera buia e anche tempestosa, trauma cranico a Bergamo, con avvitamento nella paura.

Il Napoli puntava su di lui in un attacco stellare

Gli è rimasto poco della sua prima stagione: 1573 minuti effettivi (conviene calcolare così quanto abbia giocato) e dieci gol, tutti e anzi solo in campionato, perdendosi tra le domande che vanno sempre di moda, quando c’è da scovare un rimpianto: "E se ci fosse stato?". Il giorno in cui Osimhen si è presentato al Napoli, si è subito intuito della sua esuberanza atletica, della sua "diversità" tecnica, che non è rinchiusa semplicemente in quella velocità da centometrista capace di spaccare lo spazio e le linee: a Parma, quando entrò, in una partita che sapeva di fornace, si mise a far reparto (quasi) da solo, prese il cento in faccia e lasciò che ci pensassero gli altri, in quel caso Mertens ed Insigne, i soci di un attacco che è stellare, come dicono i numeri delle rispettive storie. [...] C’è una squadra che ha un potenziale tecnico unanimemente riconosciuto ed al quale fa male il quinto posto del 23 maggio, quello scarabocchio - l’ennesimo e stavolta fatale - su un campionato già rovinato da nove sconfitte: Osimhen è il gioiello dell’ultima campagna acquisti di spessore, però prima di lui, da Insigne a Mertens, da Lozano a Politano e fino a Petagna, era stata allestita una "sontuosa" compagnia, sfarzosa e anche statisticamente esagerata. Insigne ha 109 gol, Mertens è arrivato a 135, ma in quest'annata che ancora brucia, Lozano ne ha messi assieme 15 e Politano è arrivato a dodici.

Osimhen, dieci gol lo scorso anno: all'Allianz è ripartito forte

Osimhen si è dovuto fermare a dieci, ha saltato ventuno partite per tutti i guai che gli sono capitati e in alcune di quelle giocate non era ancora se stesso, si è ritrovato sistematicamente a dover scalare una montagna, quasi a piedi scalzi e questa passeggiata sino all’Allianz, per stupire Nagelsmann, aiuta a godersela un altro po’, nel suo piccolo, in un’amichevole però di prestigio, che conta e pesa. Poi si capirà quanti gol abbia nelle gambe e nella testa, dove e come debba migliorare, cosa gli convenga eliminare dal proprio patrimonio, che è ampio: ma Osimhen si ripresenta al Napoli con i suoi ventidue anni (appena) e con uno stage che gli è stato utile per cominciare a comprendere questo calcio che vuole anche completamente conoscere lui.

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