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Napoli, la forza di una panchina d'oro

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Elmas, Ounas, Demme, Petagna, Juan Jesus, Malcuit e Manolas protagonisti in Europa League. Ora la Coppa d’Africa fa meno paura

C’è stato un tempo in cui a Napoli due tra le parole più gettonate dei tifosi erano “rosa” e “corta”, proprio così: una dietro l’altra. Imperava il sarrismo e la presunta inadeguatezza della panchina venne indicata come una delle cause del mancato scudetto. In realtà già l’anno successivo, più o meno con gli stessi uomini, il Napoli fece ampio turn over. Tre anni e mezzo dopo, la situazione è completamente ribaltata. Luciano Spalletti potrebbe essere paragonato a un novello dottor Frankenstein, ha restituito vita calcistica a chi sembrava non averne più. Oppure, più semplicemente, col lavoro e la saggezza ha rimesso ciascuno nel proprio ruolo. E così quelli che una volta venivano definiti panchinari, hanno condotto il Napoli alla vittoria sul Leicester e alla permanenza in Europa League. Juan Jesus, Petagna, l’ex oggetto misterioso Elmas, Ounas, Demme, il disperso Malcuit, si è rivisto pure Manolas. E mancava Lobotka un altro rigenerato. Soprattutto, il 3-2 sul Leicester ha fatto apparire sotto una diversa luce lo spauracchio Coppa d’Africa. È stata una risposta ai tanti che da settembre si chiedono: come farà a giocare il Napoli senza Koulibaly, Anguissa e Osimhen? Ha dimostrato di poter farlo rinunciando anche a Insigne, Fabian e Politano.

Napoli, il confronto con le altre pretendenti allo scudetto

La panchina lunga sarà un fattore determinante nella lotta scudetto. Sia per le coppe europee, e qui il discorso non riguarda il Milan. Sia per gli infortuni che ormai sono diventati una variabile di cui tener conto. E per la recrudescenza del Covid. È un ragionamento simile a quello della cronometro a squadre nel ciclismo: è inutile avere la rockstar che va in fuga tanto il tempo viene preso sul quinto. Traslando al nostro campionato, la domanda è: tra Inter, Milan, Napoli e Atalanta chi è che ha la panchina più affidabile? Abbiamo messo in grafica le quattro formazioni. È praticamente impossibile stilare un top undici delle quattro squadre B. Noi ci abbiamo provato per gioco. E col 3-4-1-2 abbiamo scelto Meret, D’Ambrosio, Manolas, Gabbia, Dumfries, Koopmeiners, Sensi, Pessina, Miranchuk, Muriel, Mertens. Con un bel po’ di sacrificati eccellenti, come ad esempio Giroud, Rebic, Correa, Bennacer e Hateboer. In questa formazione ne abbiamo scelti quattro dell’Atalanta, tre del Napoli, due dell’Inter e uno del Milan che però ha tre esclusi di prima fascia.

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