Kalidou Koulibaly aveva appena dieci anni quando il Senegal, nel 2002, perse la prima finale della sua storia in Coppa d’Africa. Nel 2019, nell’ultima edizione, ne ha persa un’altra e il difensore del Napoli rimase fuori sul più bello a causa di una squalifica per somma di ammonizioni. A distanza di tre anni è di nuovo in corsa con la sua Nazionale per provare a sfatare il tabù, ma dovrà battere in semifinale il Burkina Faso, squadra rivelazione del torneo tra i giganti del continente rimasti in corsa. L’altra semifinale è in programma domani tra l’Egitto di Salah e il Camerun di Anguissa. Chissà che il trofeo non finiscano per contenderselo i due pilastri di Luciano Spalletti, prima del tanto atteso rientro in Italia.

Koulibaly ritrova l'arbitro Tessema

Per uno scherzo del destino, Koulibaly stasera ritroverà lo stesso arbitro - l’etiope Tessema - che gli sventolò quel giallo pesantissimo nell’ultima edizione. Stavolta non ci sono ammonizioni a carico, dopo aver giocato per 90’ le ultime tre partite e saltato le prime due a causa del Covid-19. «Nessuno ci avrebbe pronosticato in semifinale - ha ringhiato il difensore partenopeo - Abbiamo iniziato il torneo con tante incognite e molti assenti a causa delle positività nel gruppo. Ai quarti, contro la Guinea Equatoriale, abbiamo dimostrato tutto il nostro valore e risposto alle critiche».

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