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Napoli-Fiorentina: Osimhen-Insigne, i gol per il titolo

L'attaccante nigeriano è carico dopo aver saltato Bergamo, mentre Lorenzo è una garanzia quando affronta la Viola

Tutti per uno e, ovviamente, Osimhen per tutti: perché mentre comincia la seduta, e stanno tutti lì, il sospetto di essersi ormai spinti oltre il «pericolo» sa di certezza o di qualcosa che gli somiglia assai. Quando Napoli-Fiorentina sta per cominciare, e nell’aria si avverte anche l’eco di quei 54.726 «esauriti» che attendono sull’uscio dei sogni per riempire il «Maradona», Victor Osimhen toglie (virtualmente) la mascherina, spazza via ogni legittimo dubbio e consegna a Spalletti la possibilità di ritrovarsi nella facoltà di dover decidere come lanciarsi in una delle sue sette sfide scudetto: il destino, lo suggerisce la classifica, dipenderà soprattutto dagli altri, ma per tentare di dargli una spallata o per piantare un po’ di fiato sul collo di Milan e Inter, bisogna pur fare da sé e far per tre. Osimhen c’è e sembra possa lottare assieme al Napoli: si porterà appresso, per prudenza, qualche interrogativo sino alla rifinitura, semmai persino dentro all’immediata vigilia della partita, però le sensazioni del corpo e quelle dell’anima inducono al bello e la speranza sembra veramente la prima a rinascere. Il resto, si può immaginare o interpretare, aspettando che - semmai - le casacchine del sabato mattina spinga a deduzioni suggerite dal campo.

La Viola

 La «scaramanzia è da ignoranti ma non esserlo porta male» e toccando ferro, secondo esigenze personali, Insigne e la Fiorentina si avvicineranno alle 15 di domenica 10 aprile andandosi a rileggere i numeri, che qualcosa sussurrano e invitano alle riflessioni: nei venti «faccia a faccia», nel decennio alle spalle, lo scugnizzo e la «Viola» si sono guardati occhi negli occhi con ammirazione e con sospetto, con ferocia e con rispetto e però, alla fine, il napoletano se l’è spassata a lungo, con undici gol e due assist che sono serviti per addolcire il dolore dell’infortunio al «Franchi» del 9 novembre 2014. Insigne è l’ossessione della Fiorentina, l’uomo della doppietta nella finale di Coppa Italia di maggio 2014, il serial-killer che - uscendo all’ombra - «tiraggiro» o diavoleria infarcita, sa come risolvere questioni (anche) scabrose. E la Fiorentina per Insigne è un’amabile attrazione, il senso compiuto per l’impresa - piccola o grande che sia - quasi una Musa che ispira.

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