Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Il Napoli guida il campionato del bel gioco

Spalletti ha trasformato la qualità individuale in collettiva

Fra due settimane e tre giornate si interromperà un campionato dove quasi tutte le grandi, per svariate ragioni e svariate caratteristiche, stanno giocando bene. Il Napoli, nettamente prima di tutti e davanti a tutti; l’Atalanta che ha cambiato registro, che adesso è la squadra più vicina alla capolista e che sabato l’affronterà in casa; l’Inter che ora sta volando, ma potremmo metterci anche Lazio e Milan, che ieri si sono improvvisamente fermate, una all’Olimpico l’altra a Torino, ma che prima di imbattersi nell’arguta Salernitana e nell’arrembante Toro avevano mostrato tutto il meglio del calcio di Sarri e Pioli.

Da individuale a collettivo

Per il livello e la qualità del Napoli sono stati esauriti gli aggettivi. La sua forza è tecnica e mentale. A volte più tecnica, a volte più mentale. A vederlo giocare in questo periodo (un lungo periodo cominciato a inizio stagione) sembra che il lavoro di Spalletti sia stato una passeggiata. Al Napoli basta aprire il gas e dà spettacolo. In realtà, il vero merito del tecnico di Certaldo è stato quello di trasformare l’enorme (e per certi veri inattesa, in questa misura) qualità individuale in qualità collettiva. È accaduto grazie anche a una serie di giocatori fantastici di cui dispone, campioni capaci di mettersi a disposizione della squadra. Oggi il Napoli è attacco rapido e tecnico e difesa solida e robusta. Il suo gioco nasce da quella mente illuminata (da Spalletti...) di Lobotka, un tipo di regista tattico e tecnico allo stesso tempo: lo slovacco, molto spesso marcato a uomo, esce dal controllo dell’avversario e apre e dilata la manovra napoletana appoggiandosi sia ai due interni che agli esterni. Il repertorio di classe assoluta di cui è in possesso Kvaratskhelia consente a Lobotka e ai suoi colleghi di reparto di pescarlo sulla fascia ma anche all’interno. Sui corridoi laterali attaccano i terzini meglio inseriti nel contesto di tutto il campionato, Di Lorenzo a destra e Mario Rui (diventato in questa stagione uno dei migliori esterni d’Europa) a sinistra. Vanno dentro senza palla sia Zielinski che Anguissa e questo inserimento a fari spenti garantisce sempre una massiccia presenza di napoletani in area avversaria. Trenta gol in 12 partite di campionato, più 20 in 5 di Champions sono l’esatta misura della forza offensiva di una squadra che dispone di tre centravanti, il meno costoso dei quali (il Cholito) ha segnato 4 reti in 4 presenze in Champions. L’ultima dimostrazione col Sassuolo, un’altra perla di calcio spettacolo, Osimhen ha impreziosito la partita con una tripletta (saltando la Champions era bello riposato), ma lo spettacolo è stato di tutti. Il Napoli può segnare in decine di modi differenti: attaccando la profondità con Osimhen, con i cross alti per i colpi di testa del medesimo, con i cross bassi per lo spunto di Raspadori, con la rabbia di Simeone, con il guizzo di Lozano, col tiro a giro di Politano, con la tecnica di Zielinski, su palla da fermo (Ostigard l’ultimo esempio). Una poderosa macchina da gol che fa spettacolo. La grande bellezza è sua.

Ali, Lautaro e Barella

Il Napoli può alternare l’attacco esterno all’attacco interno, ha un sistema di gioco e così tanti fortissimi interpreti che possono consentire all’allenatore di variare i movimenti. L’Inter di Inzaghi cerca invece nei corridoi laterali l’attacco più efficace. Può sembrare più monotona, ma questa è l’idea che il tecnico ha in testa da sempre e che non ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più complicati già vissuti pure in questa stagione. L’esplosione di Dimarco (un sinistro che incanta) ha convinto ancora di più Inzaghi a insistere. Perso Perisic, si pensava a una sofferenza da quella parte, ma i progressi dell’ex veronese hanno cancellato quasi tutte le nostalgie per l’addio del croato. Dimarco da una parte, la spinta massiccia e continua di Dumfries dall’altra, più l’invenzione di Calhanoglu regista in attesa del ritorno di Brozovic. L’Inter sta volando soprattutto grazie a Barella, in un momento di grazia assoluta: 5 gol e 4 assist, meglio di lui in Europa hanno fatto solo De Bruyne e Milinkovic. Quando si parla di giocatori che conoscono i tempi di inserimento si deve parlare inevitabilmente di Barella. Vediamo cosa accadrà col rientro di Lukaku: Lautaro Martinez, potendo contare su una vera spalla come Dzeko, sembrava al centro di tutto il progetto.

Il cambiamento

L’Atalanta non è più esplosiva come negli anni scorsi, forse non ruba l’occhio come faceva prima, ma non si può dire che Gasperini sia passato dalla parte dei difensivisti. Anche ieri, a Empoli, ha vinto senza batter ciglio, giocando il suo calcio più ragionato e meno irruento delle stagioni recenti. In ogni caso, un calcio che produce occasioni e porta vittorie. Al tema del bel calcio avremmo aggiunto Milan e Lazio, lo meritavano prima di ieri. Probabilmente stavolta hanno accusato l’impegno di Coppa, mentre il Napoli, saltando dall’Europa all’Italia e viceversa, sta entusiasmando.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi