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Scalata Osimhen, è un Napoli grandi firme

Tra Serie A e Champions 19 reti: tentato dalla Premier, papà di Hailey True, Victor non si ferma

Certo, anche nel 2022 ha mostrato i segni di un infortunio che oggi gli ha lasciato una mascherina modello Zorro e ieri finanche la paura di morire - lo ha detto lui stesso - ma il sospetto che l'anno ormai prossimo ai saluti passerà alla sua storia come straordinario è molto fondato. Victor Osimhen ha messo insieme le seguenti cose: 19 reti tra il campionato e la Champions (10 in 14 partite in questa stagione), una prestigiosa offerta a due zeri dalla Premier rifiutata la scorsa estate dal Napoli (firmata Newcastle), il premio di Miglior Giocatore Emergente ai Globe Soccer Awards, il trono di capocannoniere del prologo della Serie A pronta a ricominciare, la prima tripletta in carriera con un club, una notevole crescita personale e una figlia di nome Hailey True a cui ha dedicato ogni singolo gol da quando ha aperto gli occhi. Sei forte, papà: inutile girarci intorno, da lui dipendono un bel po' le sorti della stagione che ricomincerà a San Siro con l'Inter. Proprio lo stadio e l'avversario contro cui ha rischiato grosso nella stagione precedente: scontro aereo con Skriniar e adios, orbita e zigomo sinistro maciullati. Brutti ricordi, sì, però ricordi. Passato remoto. E ora non ci sono che il presente e il futuro: giovedì compirà 24 anni baciando il 2022 e il 4 gennaio abbraccerà il 2023 a Milano. Con la maglia del Napoli e la mascherina. Nel segno di Osi.    

La danza

E allora, la copertina di Natale: babbo Osimhen, va da sé. Un padre all'improvviso che il 6 ottobre ha celebrato la gioia e l'evento con la sua gente. La famiglia e il popolo azzurro. Pazzo di lui: da quando è tornato in campo dopo l'infortunio rimediato con il Liverpool al Maradona, al 40' di una partita che lui stesso aveva provveduto a spaccare come un ciclone sin dai primi secondi, Victor ha preso la splendida abitudine di festeggiare le vittorie con i tifosi. Una danza sfrenata. Ritmata. La danza di Osi: è uno dei simboli del Napoli giovane, sfrontato e vincente che in campionato ha chiuso l'anno con il primo posto in classifica e 8 punti di vantaggio sul Milan - senza mai perdere - e in Champions ha conquistato gli ottavi con due giornate d'anticipo e con il primato del girone.   

Anno d'oro

Il 2022, però, passerà agli annali anche come l'anno della crescita professionale di questo attaccante unico nel suo genere: non più soltanto un atleta straordinario, esplosivo, travolgente, ma anche un attaccante micidiale capace di segnare 7 gol in campionato nelle 6 partite giocate dopo l'infortunio e soprattutto un uomo decisivo. Già: si diceva spesso che non lasciasse tracce nelle partite che contano, e invece ha risolto le sfide in trasferta con la Roma e l'Atalanta nel momento cruciale e in mezzo, per gradire, ne ha infilati tre nella porta del Sassuolo. Il famoso primo tris di cui sopra. Sembra che sia passato un secolo dalle problematiche vacanze natalizie in Nigeria e invece è trascorso soltanto un anno. D'oro. Che giovedì, tra l'altro, dopo l'allenamento lo vedrà anche brindare al suo ventiquattresimo compleanno: a Napoli e con Hailey tra le braccia. Meglio di così? Nel 2023 servirà davvero qualcosa di molto speciale. Magari lo scudetto. 

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