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Il muro del Napoli: i numeri record della difesa

È la retroguardia uno dei segreti di Spalletti che incanta in Italia e in Europa: soltanto 46 gol incassati in 534 giorni e 25 clean sheet in campionato

Il muro delle storie: ci sono gli ideogrammi di Kim, le dediche di Meret, Mario Rui, Juan Jesus e Rrahmani, il sogno di Di Lorenzo, le frasi di Ostigard e Olivera e le firme di Bereszynski e Gollini. Loro sono quelli della difesa, l'apice di un sistema difensivo che Spalletti ha messo a punto 75 partite fa, all'alba della prima stagione, e che dopo la vittoria con lo Spezia ha brindato a due primati. Numeri: da quando lui è l'allenatore, il Napoli ha collezionato 25 clean sheet in campionato, un risultato eguagliato soltanto dalla Juve, e soprattutto ha subito meno gol di tutte le altre sfidanti incrociate in Serie A nel periodo che va dal 22 agosto 2021 alla trasferta di domenica. Totale: 46 reti incassate in 534 giorni. Giorni in cui tutti quelli che sono passati da queste parti hanno contribuito alla costruzione del muro azzurro. A dispetto del terrore seminato dagli addii di Koulibaly e Ospina e dei dubbi sulla tenuta generale. Oggi, ripensando alle ansie e alle proteste estive, viene da sorridere. Anzi, proprio da ridere.

Il coro

E allora, non solo Osimhen e Kvara: il Napoli che comanda in Italia e in Europa ha le spalle molto larghe e la testa alta. Maestro Spalletti nel rinforzare la difesa e soprattutto nel rodaggio di una fase difensiva recitata a memoria dal centravanti ai terzini, dalle ali ai centrocampisti. Tutti, ma proprio tutti partecipano al coro: aggressione alta e sacrificio nei recuperi-lampo; coperture preventive, diagonali e anticipi. E poi, beh, il potere del gioco aereo che a tratti è quasi uno strapotere. Il signor Luciano chiedeva centimetri al mercato e i risultati sono evidenti: da Kim, un metro e novanta di muscoli e velocità che in un clic ha cancellato la nostalgia di Kalidou, passando per Olivera, Anguissa, Rrahmani e Ostigard (gran saltatore). E poi, Osi: il principe del gol, l'attaccante volante che di testa le prende tutte quando c'è da difendere sugli angoli e le punizioni. Lui è una delle immagini-simbolo dell'applicazione difensiva della squadra; la meno battuta del campionato con 15 gol subiti e 9 clean sheet. Meglio di Meret, sempre titolare e sempre presente anche nelle coppe, soltanto Provedel della Lazio (11).

Le storie

Già, Alex il portiere. Che storia, la sua: a luglio, nel bel mezzo del ciclone Navas, aveva praticamente accettato l'offerta dello Spezia pur di giocare con continuità, e invece domenica a La Spezia s'è presentato con la maglia della squadra che sta dominando il campionato. Come uno dei portieri migliori d'Italia: dopo tanta attesa ha avuto tempo e fiducia e ha strappato via l'etichetta dell'eterna promessa. Kim ormai è letteratura azzurra, è il primo coreano della storia del Napoli ma soprattutto l'erede di un predecessore celebrati come pochi, e Mario Rui è invece il simbolo della rivincita: criticato e spesso bersagliato e oggi una delle chiavi del gioco. Nonché il secondo terzino sinistro dei top campionati d'Europa per numero di assist: 6, uno meno di Caio Henrique del Monaco. Un sinistro di velluto. E ancora: Rrahmani, letteralmente invisibile con Gattuso, splende ormai di luce propria; e Juan Jesus, pescato a zero nell'angolo più buio del mercato della Roma, non ne stecca una e sta trattando il secondo rinnovo consecutivo.

Il capitano

Menzione a parte merita il capitano. Di Lorenzo: è arrivato nel 2019 dopo la retrocessione con l'Empoli; ha vissuto tre stagioni da grandissimo conquistando anche l'Europeo con la Nazionale; ha ricevuto la fascia a furor di compagni e sta guidando il gruppo verso lo scudetto. Lui è un caso da studiare, è un esempio. E' una favola scritta sul muro azzurro: lo segue anche il Barça, eppure ha comunicato al club di voler prolungare e chiudere la carriera con il Napoli.

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