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Napoli, Simeone fuori venti giorni: obiettivo Salernitana

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Osimhen resta a casa e rivela la sua ammirazione per Haaland: "Ho la sua maglia grazie a Ostigard"
 

Il sogno Champions di Giovanni Simeone è nelle mani dei colleghi che oggi e martedì sfideranno il Milan nei quarti di finale tra San Siro e il Maradona. Il Cholito, dopo aver sostenuto gli esami strumentali necessari a chiarire l'entità dell'infortunio rimediato venerdì a Lecce e i tempi di recupero, ha avuto la conferma che oltre alla prima di Milano salterà anche il bis di Napoli. La diagnosi: distrazione di primo grado del bicipite femorale destro. E ciò significa che dovrà stare fuori più o meno una ventina giorni. Forse qualcosa in meno, ma come sempre dipende tutto dalla reazione individuale. Fatto sta che il primo obiettivo è recuperarlo per la partita di campionato con la Salernitana in programma il 29 aprile a Fuorigrotta. Mica una partita a caso: il derby con i granata, se le cose andranno in un certo modo, potrebbe passare alla storia come la giornata del terzo scudetto. Si vedrà. 

L'obiettivo

E allora, diagnosi ufficiale: il problema muscolare alla coscia destra è certificato, ma l'entità del problema ha concesso a Simeone di tirare un respiro di sollievo. Non è una banalità, sia chiaro, ma non è un infortunio tale da costringerlo a stare fuori per un periodo eccessivamente lungo: stando alle prime previsioni, il Cholito salterà di certo le due di Champions con il Milan e poi le partite di campionato con il Verona in casa (sabato) e con la Juve a Torino (23 aprile). La prima data possibile per rivederlo all'opera, insomma, è sabato 29 aprile: Napoli-Salernitana. La speranza è questa. Al massimo Udinese-Napoli del 3 maggio.

Osi&Haaland

Osimhen, altro grande assente a San Siro, ha invece parlato ai microfoni del Daily Mail. «Grazie a Ostigard, che gioca con lui nella Nazionale norvegese ed è un suo grande amico, ho scambiato la maglia con Haaland», ha detto Victor. «Sono un fan della Bundesliga e ogni fine settimana gli ho visto segnare segnare due, tre, quattro gol... Un giorno Leo mi ha detto: se vuoi posso portarti la sua maglia. E così ci siamo sentiti e anche lui l'ha chiesta a me». Un bell'incrocio tra giovani fenomeni. «Haaland è uno dei top della sua generazione e ovviamente essere paragonato a lui ed essere considerato tra i migliori attaccanti del mondo mi dà grande forza e mi sprona a fare di più: ho le qualità per realizzare quattro gol in una partita e per firmare più assist. Non sono un tipo che soffre la pressione». E ancora: «Se vinceremo lo scudetto, la città non sarà più la stessa: i tifosi hanno le lacrime agli occhi, non vincono dai tempi di Maradona e sono vicini a realizzare questo sogno. A volte vengono sotto casa dei giocatori alle 2 del mattino per dimostrare il loro amore. Ora abbiamo la possibilità di andare lontano anche in Champions».

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