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Scudetto Napoli, le pagelle di tutti i giocatori

Da Spalletti a Osimhen, da Kvara a Di Lorenzo: uno per uno, le pagelle degli eroi del tricolore partenopeo

SPALLETTI 10

Sublima il calcio rendendolo un patrimonio dell’umanità. Il suo Napoli è aria fresca, sa di primavera, è di una bellezza che stordisce, che emoziona chiunque, nemici inclusi, e un invito a non staccare gli occhi: ha un orizzonte, lo spettacolo, a cui arriva attraverso giocate che gli appartengono storicamente e che include nel tridente. Attacco e difesa non fanno differenza e poi migliora i singoli, forse pure se stesso, con gestione mediatica inappuntabile. Nella strategia tattica c’è un messaggio: divertiamoci, divertiamo. È un filosofo moderno a cui il destino concede (finalmente) ciò che gli ha negato in precedenza. E questo è il capolavoro della sua anima. È inutile chiedergli se sia felice...

KVARATSKHELIA 10

Il football nuovo, brutalmente seducente, tra finte, dribbling e quella spensieratezza che appartiene al suo talento superbo. L’uomo ch’è venuto da lontano, canterebbe Paolo Conte, ha la genialità di uno Schiano oppure boh: George Best, Bruno Conti, cosa volete che sia un paragone, perché tra un po’ saranno costretti a prenderlo come modello di riferimento! Ne ha fatte di cose, il gol all’Atalanta per dirne almeno una, e ogni volta strappa un «ohhhhhh» che è stupore ma pure sentimento. Esplode dal nulla e diventa (quasi) un alieno. Il vanto dell’Est.

OSIMHEN 10

Fuori categoria oppure fuoriclasse. È il figlio del vento che mescola la potenza alla leggiadria e fa cose che voi umani... Un attaccante per ogni circostanza, compresa la più improbabile, come a Roma, contro Smalling, strappandogli il pallone, lo spazio, il tempo, l’angolo. Segna di testa, in volo, di sinistro, di destro, a campo largo, nel caos e poi, giù la maschera, io sono Osimhen il vostro Supermhen. Non ha paura neanche delle fiamme, dev’essere ignifugo: ma comunque è speciale, è spaziale, è la prova che un “9” ti cambia la vita e te la sistema, trentatré anni dopo, nell’eternità.

MERET 8,5

Le parate a San Siro, con il Milan, sono prodigi abbaglianti. Ma ha una serenità che appartiene alla sua natura, alla padronanza del corpo e della mente, e che l’aiuta a dimenticare che ad agosto stava per andare a La Spezia. Un fantastico normalizzatore, rende semplici gli interventi difficili.

GOLLINI 6.5

Una presenza con l’Atalanta, da ex, per ricordare d’aver vissuto un’esperienza indimenticabile, rispettando i patti e i ruoli, riprendendo anche se stesso.

DI LORENZO 10

Fa il capitano, l’esterno basso, va dentro al campo, non si ferma, non esce, non conosce il turnover, non riposa, è Stachanov che però segna pure con le fattezze di un bomber, ha una personalità silenziosa, i modi gentili ed ha pure la faccia da bravo ragazzo. What else?

KIM 10

Dalla Corea con furore, s’impadronisce dell’area di rigore, si trasforma in un muro umano (persino da solo), cancella i pregiudizi sulla propria scuola e spazza via l’ombra di Koulibaly. Il totem adesso è lui.

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