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Spalletti e Napoli, futuro in bilico: vuole incontrare De Laurentiis. Spuntano le alternative

Il nodo della panchina agita la festa di Napoli: in caso di addio tornerebbe attuale la vecchia pista che porta a Conte. Ma ci sono anche De Zerbi e Italiano

NAPOLI - Luciano Spalletti, il magnifico rettore dell’Università azzurra dei campioni d’Italia, ha spiegato chiaramente giovedì a Udine quello che si aspetta: «De Laurentiis deve venire a dirlo a me». Vuole che il presidente dica a lui, faccia a faccia, il pensiero espresso al Maradona ancora giovedì al cospetto di 55mila persone in estasi-scudetto e poi ribadito ieri e venerdì a radio e televisioni: «Quelli come Spalletti me li voglio tenere stretti, molto stretti, perché è difficile trovarli: ho esercitato l’opzione, vorrei che si aprisse un ciclo e che si rispettasse ciò che è contrattualmente stabilito». Il Napoli, attraverso una e-mail spedita via Pec, ha esercitato il diritto di prolungare di un anno, fino a giugno 2023, il contratto del tecnico: va da sé che al momento si tratta di un mini ciclo e soprattutto unilaterale. Ecco perché Spalletti vuole guardare un paio di occhi, non un monitor, e ascoltare parole, programmi e progetti. Gli affari sono affari e De Laurentiis è un maestro, un imprenditore geniale, ma l’uomo che ha riportato lo scudetto a Napoli amandola e rispettandola ogni giorno attraverso il lavoro si aspetta di ricevere lo stesso rispetto. La considerazione delle proprie idee e delle proprie sensazioni: legittimo. In sintesi: vuole sentirsi libero di scegliere e non incatenato alla burocrazia. Si o no: però parliamone come mai è accaduto negli ultimi mesi. Mai. La storia, insomma, è molto ingarbugliata e altrettanto paradossale se letta nei giorni dello scudetto atteso per 33 anni: incredibile ma vera. E se alla fine le strade dovessero dividersi, dalle nebbie del futuro potrebbero venire fuori vecchi pallini: tipo Antonio Conte, reduce dal Tottenham e ora libero. 

Niente bus

E allora, oggi si fa festa. Sì: meritata, bella, piena e con gli amici. Cinquantamila e anzi di più: la squadra e Spalletti, ieri a cena a Marechiaro con la sua famiglia, avrebbero voluto fare il giro della città sul classico bus scoperto e allargare l’abbraccio a centinaia di migliaia di tifosi, ma l’idea degli eroi dei campioni d’Italia è stata bocciata e tutto finirà nella Mano di D1OS. Al Maradona: sarà bello lo stesso, bellissimo.  

Che stima

Più scomoda, invece, la questione del futuro della panchina del Napoli: De Laurentiis ha scelto e ha esercitato l’opzione di rinnovo del contratto di Spalletti, ma il signor Luciano vuole parlare con il suo presidente e ascoltare i programmi. Ragionare: un ciclo forse presuppone un piano pluriennale, ma il rinnovo automatico è fino al 2024. Una stagione e poi tutto da rifare. Altre opzione concrete, comunque, non esistono ancora: c’è la stima del Real nel caso in cui Ancelotti diventasse il ct del Brasile; e poi quella dell’Atletico, del Tottenham, del Psg. C’è la stima degli italiani e degli europei ma c’è anche Napoli nel cuore. E ci sono gli uomini.  

Antonio & co

De Laurentiis, dal canto suo, ha scelto di continuare: almeno un altro anno. Impeccabile dal punto di vista contrattuale. E se Spalletti dovesse dimettersi, beh, sarebbe libero di respingere o accettare: dipende tutto dal presidente. Ma se le strade dovessero dividersi, beh, dovrebbe valutare un altro futuro: Conte, dicevamo, è un vecchio pallino. Come De Zerbi, ora al Brighton. E Italiano, oggi ospite al Maradona con la Fiorentina

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