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De Laurentiis chiama Luis Enrique: "Pronto, vieni al Napoli?". Il retroscena

Lo spagnolo è la prima scelta dopo l'addio di Spalletti al quale il presidente dà una stoccata: "Stare a Napoli è un privilegio, non certo un obbligo"

Hola. Pronto. De Laurentiis e Luis Enrique: la telefonata, la linea diretta tra Napoli, Roma, la Spagna, una casa e una panchina. La soluzione spagnola, con un occhio al Barça e un altro alla Nazionale, piace ed è intrigante soprattutto per il prestigio internazionale, e così il presidente ha preso il telefono e poi ancora. E ha chiamato Lucho: contatti diretti perché è così che si fa quando c’è da valutare, da progettare un futuro che nelle intenzioni non dovrà essere da meno del presente. Il Napoli di Spalletti ha vinto lo scudetto e poi ha perso Spalletti: è così che stanno le cose. Ma DeLa ha ribadito di non voler vendere Osimhen e Kvaratskhelia sin dalla notte della prima festa al Maradona e poi mercoledì all’Olimpico, dopo aver assistito in tribuna al gala di Coppa Italia, ha spiegato di credere nella forza della squadra. E una squadra forte oggi, per essere considerata tale anche domani, farà di tutto per conservare i giocatori migliori. Come Osi e Kvara. Kvara che ieri, per inciso, ha sfilato proprio al fianco del presidente al concerto di Gigi D’Alessio in scena a Napoli, in Piazza del Plebiscito: una fotografia da inviare a Luis Enrique. Quasi un modo per dire che Khvicha è un pezzo del mosaico azzurro da esibire in Champions nella prossima stagione, argomento convincente. Di certo argomento importante da mettere sul tavolo delle trattative perché Lucho è uno degli allenatori più ambiti. Libero e corteggiato: l’irruzione del Psg sulla scena non è mica passata inosservata. Ci mancherebbe. Proprio come la frecciata a Spalletti, invocato dal pubblico della piazza a gran voce. «Ragazzi, stare a Napoli è un privilegio non un obbligo», ha detto De Laurentiis sfilando sul palco.

Una panchina di club dopo l’esperienza con la Spagna

E allora, com’è la storia? Casting. Si dice casting in genere e più che mai in questa storia prodotta da un uomo venuto dal cinema. Il futuro del Napoli, però, non è un film. È una realtà da ricostruire con enorme attenzione, considerando il calibro del personaggio (allenatore) destinato a salutare ufficialmente tra un po’ dopo aver anche scritto sulla pelle quanto tutto questo sarà indimenticabile. Ma tant’è. E magari anche Luis Enrique si starà chiedendo cosa sarà e come potrebbe essere sulla panchina della squadra campione d’Italia: lui ha allenato tanti anni fa la Roma, all’alba di una carriera che già vanta una Champions con il Barça, ma ora è diverso. Ora è un allenatore di 53 anni, ha tanta esperienza e tante storie bellissime e bruttissime alle spalle. E soprattutto ha voglia di riassaporare il lavoro quotidiano con un club dopo anni di Roja e il Mondiale.

De Laurentiis vuole Luis Enrique

Avranno parlato di tutto questo e di troppo di più, De Laurentiis e Luis Enrique, e di certo la questione del monte ingaggi e della politica societaria inaugurata da un anno - e rivelatasi vincente - sarà stato un argomento importante: si fa differenza tra lordo e netto, il tetto per la squadra è di 3,5 milioni e così via. Tutte storie note che però, al cospetto degli sgravi del Decreto Crescita e di un dialogo che va sempre personalizzato, possono anche cambiare con sfumature accattivanti. La certezza è che il Napoli ha un progetto ambizioso in Champions, una squadra con lo scudetto e giocatori importanti: e vuole Luis Enrique.

Le altre opzioni per la panchina

Lucho non è, non può essere l’unica soluzione: in Italia, gli uomini pronti per il grande salto e soprattutto ritenuti adatti, stimati da De Laurentiis sono soprattutto due: Thiago Motta, 40 anni, allenatore del Bologna che domani sfiderà proprio il Napoli al Dall’Ara in un faccia a faccia tra presente e futuro (ipotetico). E ancora: Vincenzo Italiano, 45 anni, il tecnico della Fiorentina finalista di Coppa Italia e anche di Conference. La generazione dei quarantenni che piacciono a DeLa. Che nel Napoli cominciano a farsi largo un po’ ovunque.

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