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Rudi Garcia, frasi e gesti celebri: dal violino alla chiesa al centro del villaggio

Il nuovo allenatore del Napoli, nel corso della propria esperienza al timone della Roma ha spesso pronunciato sentenze passate alla storia: eccone alcune

NAPOLI - "Abbiamo riportato la chiesa al centro del villaggio". Alzi la mano chi non l'ha mai sentita: ma di frasi pronunciate dal nuovo allenatore del Napoli Rudi Garcia ce ne sono davvero tante, molte concentrate nel triennio vissuto da allenatore della Roma. "E' un peccato che a Torino l'area sia larga 17 metri", pronunciata dopo la partita con la Juventus può essere un gustoso antipasto della rivalità sportiva futura tra azzurri e bianconeri. O anche "la fortuna si provoca, non arriva da sola", "Chi contesta la Roma non è tifoso della Roma, al massimo è della Lazio". Sulla filosofia di gioco poi, è chiaro il Garcia-pensiero: "Difendere bene è una forza della squadra intera, non solo dei centrocampisti o dei difensori. Abbiamo 11 giocatori che difendono insieme e questa è la cosa più importante". Il calcio poi, "è un gioco anche di contatto: non è il ping pong o la danza". E anche nelle sconfitte può sempre esserci un risvolto positivo: "Sono stato fiero dei miei giocatori, hanno dimostrato personalità ed è stata tutto tranne che uno sconfitta". 

Da "la Chiesa al centro del villaggio" al violino

Alla Roma poi non potevano mancare frasi su Totti: "Tutti lo conoscono nel calcio, è un fuoriclasse, uno dei più grandi giocatori che il calcio ha avuto. Ho trovato un uomo molto umile, con spirito creativo, che pensa agli altri ed è un esempio per il calcio. È una persona molto importante, non solo per la Roma ma per tutto il calcio". Tante anche le sfide con i cugini della Lazio, che peraltro hanno ispirato anche la  "Chiesa al centro del villaggio": per Garcia il derby "non si gioca, si vince".  Non solo frasi però: anche gesti celebri passati alla storia. Uno su tutti? Il celebre violino nei confronti dell'arbitro Rocchi durante Juve-Roma del 2014 dopo il rigore trasformato da Tevez per un tocco di mano che il direttore di gara aveva giudicato avvenuto all'interno dell'aera. 

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