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Napoli, non si può prescindere dai gol di Osimhen

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Il commento sul calciomercato azzurro per il rinnovo di contratto dell'attacante nigeriano

I gol si contano e a volte si pesano: e si può provare ad adagiare 180 milioni, qualcuno in più mai uno in meno, dentro a un caveau per accorgersi l’effetto che fanno. Victor Osimhen non è semplicemente un centravanti che con quelle trentuno prodezze ha contribuito a trasformare il Napoli in un brand: in quelle movenze, nel suo cinismo, nell’esuberanza, nella travolgente fisicità, poi in quell’eleganza raffinatasi con Spalletti c’è la sintesi di un fuoriclasse, un uomo senza tempo e pure privo di limiti, un dominatore seriale. In quest’anno sublime, pieno di sé, in cui i capolavori sono rimasti inchiodati nella galleria dei ricordi d’un campionato semplicemente stellare, Osimhen ha esportato in Champions il suo talento un po’ naif, la vorace intelligenza, la capacità d’adattamento e la naturale propensione all’apprendimento, è uscito dalla narrazione un po’ banale che la sua comfort zone fosse la profondità, s’è messo a dipingere da artista ed è divenuto la griffe di se stesso.

Il Napoli è la frontiera moderna del football, sta spiegando - si potrebbe dire da 19 anni - come si faccia impresa, ha esaltato il proprio progetto proprio nella stagione in cui, causa riammodernamento rivoluzionario, pareva costretto a ritagliarsi un posticino nell’ombra: e invece ora è luce, è un modello, con Osi è l’evoluzione di sé, della visionaria lungimiranza di De Laurentiis, l’altra faccia del football. Con Osimhen, il Napoli è andato oltre, ha fatto il suo investimento più sontuoso e storicamente più dispendioso - quasi in controtendenza alla filosofia regnante dal 2004 - ha (ri)costruito un ciclo e l’ha abbellito, ha scoperto tutte assieme le vie della felicità e pure quelle dell’oro. Osimhen è stato una specie di posa della prima pietra, ha rappresentato lo step, un passo nello spazio che il Napoli sta attraversando - s’avverte nella magia della città, nell’opulenza dei riconoscimenti - e nel quale può ancora vivere, standosene dietro quella maschera. Osimhen è il garante della solennità al quale Adl vuol rinnovare il contratto, per starsene dolcemente a danzare nel salotto buono del calcio, a cui si accede con i campioni, che sono i testimonial della diversità e orientano i destini di un club partendo dall’area di rigore e planando sulla luna. E’ l’imprescindibile "leggerezza" del gol.

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