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Napoli, lo staff di Mazzarri: tanti volti conosciuti, c'è una novità

Il tecnico assicura di adottare il sistema di Spalletti. L'audace colpo di De Laureentis, quando ormai sembrava tutto a posto con Tudor

NAPOLI - Doveva essere la New 3ra, come recita lo slogan scelto per lanciare la stagione del terzo scudetto, ma all’improvviso è andato in scena Amici Miei atto II: Aurelio e Walter. Mazzarri e il Napoli. Dieci anni dopo, colpo da cinema. Con tanto di zingarata romana: se ci fosse stata la scorribanda della stazione sarebbe stato perfetto, considerando che non è mancata anche la Supercazzola (con Tudor). Ma tant’è, il calcio. E questo è Aurelio De Laurentiis: tremendmente imprevedibile, indipendente, immarcabile, audace. Ieri mattina era tutto pronto per l’annuncio di Tudor, ma poi la nuova era s’è trasformata in amarcord: e così, a distanza di quattro minuti dal comunicato di esonero di Rudi Garcia pubblicato alle 16.05 sul sito ufficiale del club, alle 16.09 è arrivato il messaggio di Adl su X. Il vecchio tweet: «Bentornato Walter!». Punto e basta: sicuro che tutto il mon do sapesse che si parlava di Mazzarri nuovo allenatore del Napoli, senza bisogno di aggiungere cognome e ruolo. Un vecchio amico toscano, atto secondo. Il più complicato.  

Napoli-Mazzarri, l'accordo

De Laurentiis ha firmato una scelta molto coraggiosa: il suo uomo è reduce dagli esoneri a Torino e Cagliari e non allena dal 2 maggio 2022, cioè da quando lasciò la Sardegna, e di base è sempre stato un ideologo della difesa a tre. Aurelio, però, ha individuato molti punti fondamentali a suo favore nel corso dei primi sondaggi di un paio di giorni fa e poi nelle due ore di colloquio andate in scena ieri in un albergo della Capitale, lontano dai flash e senza il suo agente Bozzo, dopo aver lasciato la sede della Filmauro che guarda piazza Venezia (e dopo un salto a casa, certo): innanzitutto la decisione di adottare inderogabilmente il 4-3-3 sulla scia di Spalletti, principi e movimenti (l’esatto contrario di Garcia); poi la voglia, l’entusiasmo a 62 anni e l’affetto reciproco con una città che dopo il suo ciclo 2009-2013 e le grandi notti di Champions dei Tre Tenori scherza ancora con amore vero su tutti i cardini del mazzarrismo (dal gesto dell’orologio, alla giacca che vola via anche sotto la tempesta); la grande capacità di motivare la squadra e di creare ottimi rapporti e un’atmosfera sana nel gruppo (tutte cose mancate con Garcia); un lavoro fisico adeguato (altro gap con Rudi); i termini contrattuali, un accordo di sette mesi, fino alla fine del campionato, senza alcun problema d’ingaggio. E ovviamente la stima e l’amicizia tra presidente e allenatore, i ricordi e magari le origini: Mazzarri è toscano come Spalletti, però di mare, ed evidentemente Aurelio senza un toscano non riesce a stare.

Mazzarri, ecco lo staff

In questo secondo giro di Walter ci saranno tanti volti conosciuti: il suo vice sarà Nicolò Frustalupi, tra l’altro ex tecnico della Primavera azzurra; il preparatore atletico, invece, il prof Beppe Pondrelli, quest’estate intercettato da turista (un po’ tifoso) a Dimaro, agli allenamenti del Napoli; e Gianluca Grava, il gladiatore della sua difesa a tre, sarà trasferito dal settore giovanile alla prima squadra con il ruolo di collaboratore tecnico. Di quell’epoca, in organico, c’è anche il team manager Peppe Santoro, fedelissimo del nuovo (vecchio) allenatore: si ritroverà in famiglia, insomma. 

Napoli, il primo allenamento di Mazzarri

Mazzarri ha firmato ieri pomeriggio e poi è partito subito per Napoli: oggi alle 14.30 dirigerà il primo allenamento a Castel Volturno e sarà presentato quando sarà. Ma tanto la città già lo conosce e lo adora. Ora, però, dovrà farsi adorare e capire dalla squadra al volo: non per rovinare l’amarcord e la bella zingarata tra amici cari, ma il Napoli campione d’Italia è quarto a 10 punti dal primo posto dell’Inter, sull’orlo di una crisi d’identità e di nervi, deve suggellare la qualificazione agli ottavi di Champions e dal 25 novembre al 9 dicembre - 17 giorni - affronterà l’Atalanta, il Real, l’Inter, la Juve e lo Sporting Braga. E si giocherà già tutto o quasi: buon lavoro. E via la giacca.  

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