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Napoli, retroscena Koulibaly: "Volevo andare via con Sarri, ma Calzona..."

Le parole dell'ex difensore azzurro in vista del match tra i partenopei e il Barcellona di Champions League: "Spero nella qualificazione"

Koulibaly non ha mai dimenticato il Napoli. L'ex difensore azzurro, attualmente in forza all'Al-Hilal, ha concesso una lunga intervista ad As. Non è mancato il commento sull'arrivo di Calzona, tecnico che Koualibaly ha conosciuto ai tempi dell'esperienza all'ombra del Vesuvio, per poi svelare un incredibile retroscena: "Cambiare allenatore è molto complicato, soprattutto dopo il lavoro che ha fatto Spalletti. Adesso c'è Calzona, che conosce l'ambiente, ha già fatto crescere tanti giocatori e io sono tra questi. Quando è arrivato Sarri volevo andare via e ho portato delle offerte, perché pensavo che l'allenatore non contasse su di me. Calzona mi ha incontrato e mi ha detto: 'se sistemi queste tre cose, avrai spazio"' Ho risposto che lui era il secondo ed ero insicuro sulla scelta, ma alla fine l'ho ascoltato, sono rimasto e sono diventato il giocatore che sono. Mi ha dato anche consigli quando ero al Chelsea. Gli devo molto". 

Koualibaly, Calzona e il match col Barcellona

Koualibaly ha proseguito: "Era il momento perfetto per ingaggiarlo. La sua tattica è la stessa di Sarri e Spalletti, la squadra lo conosce, ho parlato con diversi ex compagni e sono contentissimi. Dobbiamo dargli tempo e renderà il Napoli nuovamente una macchina da guerra. Spero che resti lì almeno tre anni, se lo merita. Il Barcellona? Non giocare al Camp Nou può essere un fattore positivo, ma il Barça e i suoi talenti fanno sempre paura. Gli Azzurri, però, hanno le armi per fargli male. Voglio solo che ottengano la qualificazione, non importa come. Amo Napoli e i napoletani e voglio vederli felici". 

Koulibaly e la lotta al razzismo

"Abbiamo bisogno di soluzioni concrete. Ne parliamo per due o tre giorni, poi tutti se ne dimenticano fino al prossimo caso. Il mio caso in Italia è avvenuto più di cinque anni fa e nulla è cambiato. Oltre all’istruzione bisogna dare sanzioni dure: le multe o la chiusura di un settore sono dolcezze. L'orgoglio dei club coinvolti andrebbe toccato e, mi dispiace dirlo, ci sono ambiti in cui accade di continuo.

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