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De Laurentiis progetta la rifondazione del Napoli. Con Conte o Italiano...

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Il presidente avvia la rifondazione del club: direttore sportivo, allenatore e centravanti, nei prossimi mesi cambierà tutto

NAPOLI - In quel cono d’ombra, dove giace la Bellezza, c’è un Tesoro depositato da sfruttare per Risorgere. È la Pasqua più amara, una sofferenza che contrasta con la gioia di un anno fa, però il calcio non fa sconti, un po’ come la vita, e dopo aver sfregiato quell’opera d’arte, va ora inseguita una luce nuova. Il Napoli del futuro è un’incognita da svelare, ha dubbi che lo sovrastano e però anche qualche certezza: però stavolta, chissà se è servito, varrà la pena evitare di sbagliare ancora e di nuovo, di lanciarsi su sentieri impervi senza reti di protezioni. Aurelio De Laurentiis, in quell’estate dorata, i riflessi dello scudetto e la felicità che zampillava nelle tasche di giacche e pantaloni, sa di dover ricostruire dalle ceneri del suo ventennio, ricco di idee e poi di errori: ma per non essere diabolico, e non perseverare, converrà ora non sprecare questo tempo - sono almeno mesi - proprio come fece nella primavera del trionfo, con gli strappi con Spalletti e Giuntoli largamente prevedibili. Il Napoli va rifatto, dalla testa ai piedi: ha bisogno di un allenatore, essendo scontato il congedo da Calzona, poi - con Meluso che è pronto a salutare - di un direttore al quale concedere i poteri che ne meritano le competenze; e a seguire, in quel solco, scelte che dovranno essere ispirate da chi il calcio lo conosce tecnicamente.

Il Napoli cerca un nuovo centravanti

Dovrà (ri)nascere il Napoli, potrà farlo con i circa 130 milioni della clausola rescissoria che arriveranno dalla cessione di Osimhen, con il risparmio su riscatti improbabili - Dendocker, Traore - con qualche altro inevitabile lascito (Natan? Lobotka? Simeone?), con la separazione ormai ufficiale da Zielinski, giocatore dell’Inter a parametro zero da qualche settimana ormai: ci sarà da rimettere assieme i cocci, però prima le idee. Gli attaccanti non mancano, i centravanti, costano ma il Napoli ha speso sempre ed ha energia per farlo: Jonathan David del Lilla, il tulipano Joshua Zirkzee del Bologna, Santiago Gimenez del Feyenoord sono ipotesi e anche tentazioni; ma sarà necessario, e anche indispensabile, un centrale difensivo, assenza insopportabile dopo l’addio di Kim, voragine che ha risucchiato qualsiasi pallido desiderio di essere ancora protagonista. Ci saranno casting un po’ ovunque, ormai è un’abitudine, e comunque una panoramica che non avrà confini.

Napoli, in panchina Conte o Italiano

E però, ancor prima di rilanciarsi, di mettere le mani nel portafogli, di cominciare a scandagliare il mercato, De Laurentiis - se consapevole degli strafalcioni di questi nove mesi - dovrà uscire dagli equivoci, investire sugli uomini per la scrivania e per la panchina, dove c’è un bel po’ di ressa: piace Antonio Conte, per leadership e storia, ma anche Vincenzo Italiano, per quel suo calcio che sa di Napoli.

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