Napoli ci crede. Non si arrende, non si ferma, non rallenta: sabato sarà un’invasione, Maradona in campo con la squadra. Il dodicesimo uomo da schierare con le sembianze degli oltre cinquantamila che anche contro l’Inter riempiranno lo stadio. L’ottavo sold out della stagione è già in archivio, firmato e sottoscritto. E sarà il terzo in serie dopo quelli con Juve e Udinese. Forse il più significativo: sei giorni dopo il crollo di Como e al culmine di un periodo senza vittorie che dura ormai da un mese - quattro partite -, sfidare i campioni d’Italia con la città che spinge per riconquistare il primo posto svanito dopo un dominio di nove settimane - diciotto complessive seppur non consecutive - è un valore aggiunto. È l’ennesima conferma di un amore che non conosce confini e soprattutto la certificazione di una fiducia che non è svanita: il sogno regge. E la caccia allo scudetto continua: tutto è ancora possibile.
Napoli, i tifosi dalla parte di Conte
Certo, potrebbe dirsi che la prevendita per lo scontro diretto è cominciata molto prima di infilarsi in questo tunnel scavato attraverso i tre pareggi contro Roma, Udinese e Lazio e la sconfitta di domenica, un tonfo che ha interrotto a dieci la serie consecutiva di risultati utili in campionato e a dodici la quota d’imbattibilità in trasferta, ma è il sentimento collettivo ad autorizzare l’idea. Proprio così: al netto di un po’ di inevitabili critiche piovute sul lago di Como, la maggioranza degli abitanti del pianeta azzurro s’è schierata più che mai al fianco di Conte e della squadra tra social, radio, televisioni e comunità virtuali del web. Napoli sa perfettamente che il Napoli è in difficoltà e ha capito quanto sbagliato e controproducente possa essere picchiare duro. Aumentare la pressione e le pressioni. Aggiungere sensazioni negative in un momento in cui i brutti pensieri vanno eliminati: i dati relativi alla performance di squadra sono stati superiori a quelli del Como, come testimoniano le distanze percorse in partita (119.185 chilometri contro 117.944), e ciò significa che il problema mentale tirato in ballo dal tecnico, da Spinazzola e Raspadori va maneggiato con cura.