Fabian Ruiz ha segnato una pagina importante della storia recente del Napoli. Quattro stagioni per lo spagnolo con la maglia degli azzurri: 166 presenze (è ancora la squadra con cui ha giocato di più), 14 assist e 18 gol. Con uno di questi decide la semifinale d'andata di Coppa Italia contro l'Inter nel 2020 con Gattuso in panchina: trofeo, l'ultimo prima dello scudetto del 2023, alzato in un Olimpico deserto causa Covid vincendo la finale ai rigori contro la Juve dell'ex Sarri. Arriva con Ancelotti in panchina e se ne va dopo la prima stagione di Spalletti per firmare con il Paris Saint-Germain, dove oggi è uno dei pilastri della formazione del connazionale Luis Enrique. Al Napoli con tutti gli allenatori ha giocato un ruolo importante, anche se non sempre è stato tutto rose e fiori.
Fabian Ruiz: "La Serie A mi ha dato sicurezza. Ero incerto sull'arrivo al Napoli"
Queste le sue parole a Movistar: "Ricordo che a gennaio diverse squadre vennero a pagare la clausola da 15 milioni di euro, ma io non volevo andare via perché mi divertivo. La società ha fatto uno sforzo, ho rinnovato e in estate il Napoli ha pagato 30. Ero felice, ma triste perché non avrei potuto godermi l'Europa con il Betis. Ero incerto perché era un paese nuovo, un'altra lingua, un altro campionato. Mi sono adattato in fretta, anche se all'inizio ho avuto difficoltà perché non capivo niente. La cosa positiva era che aveva Ancelotti come allenatore e suo figlio Davide che sapeva lo spagnolo. A Napoli ho conosciuto uno dei miei migliori amici e oggi è come un fratello per me, vive a Parigi con me. Il calcio italiano mi ha dato molta sicurezza, sono migliorato molto e la mia capacità di segnare gol è migliorata. Soprattutto da fuori area".