Prima sole, poi pioggia. A Napoli (e non solo) il tempo è ancora incerto e alterno come mai, mentre Conte alla squadra chiede solo continuità. Niente sbalzi d’umore o meteoropatia calcistica: a cinque giornate dalla fine della maratona scudetto con l’Inter, e con il primo posto condiviso a pari punti proprio con i campioni in carica, è consigliabile mettere ogni virgola al punto giusto per non consegnare il destino in mani altrui. Ieri al centro sportivo di Castel Volturno, nel frattempo, è andata in scena la seconda seduta di allenamento della settimana che porta dritta alla partita contro il Torino: domenica al Maradona, ore 20.45, stadio sold out e tre punti da intascare con l’autorità del leone o la destrezza di una volpe. Poco importa: il Napoli deve vincere, ha bisogno assoluto di un’altra vittoria, e Conte sta studiando giorno dopo giorno la migliore soluzione tattica da proporre contro Vanoli, suo ex collaboratore tecnico per quattro anni tra Nazionale, Chelsea e Inter. Si conoscono, eccome.
Napoli senza Neres, i dubbi di Conte aspettando il Torino
L’assenza di Neres, fuori dalla vigilia di Monza per una lesione al soleo della gamba sinistra che gli farà perdere come minimo le prossime tre, è un macigno. Un problema già affrontato tra febbraio e marzo, per 49 giorni e cinque partite che Conte ha giocato prima con il 3-5-2 e poi, a Venezia, con il 4-2-4 o 4-4-2 che dir si voglia. Con Raspadori a sostegno di Lukaku e McTominay più largo a sinistra. La formula a due punte è al vaglio, consentirebbe di avere più peso in attacco e il dialogo tra Rom e Jack s’è dimostrato di qualità e produttivo ogni volta che l’allenatore li ha schierati insieme. McT, tra l’altro, ha un impatto atletico, un’intelligenza e una duttilità tattica tali da poter serenamente partire in una posizione diversa, più decentrata, con Olivera alle sue spalle nella difesa a quattro. La soluzione a due punte è una, non l’unica: l’altra possibilità egualmente possibile è la conferma del tridente con Spinazzola a sinistra del tris con Lukaku e Politano. Come a Monza, insomma. Il 4-3-3, del resto, è stato il sistema di gioco attraverso cui il Napoli ha costruito le sue fortune e le sue ambizioni scudetto più che con ogni altro modulo adottato. Il dubbio resta ed è vivo, anche perché come sempre sarà prioritaria la ricerca dell’equilibrio, il vero segreto del successo della squadra di Conte.
Emergenza in difesa per gli azzurri, ballottaggio in mediana
A proposito di tenuta e di dubbi: il recupero di Buongiorno, fuori da tre giornate per una tendinopatia all’adduttore lungo della coscia destra, è ancora in bilico. Un’altra bella batosta, un altro ostacolo notevole sulla strada che porta alla prossima sfida. Tra l’altro, per Buongiorno non può essere una partita qualsiasi: è nato a Torino ed è cresciuto nel Toro, dal vivaio alla fascia di capitano. Con l’onore di leggere i nomi degli immortali di Superga: è giovane ma è già un pezzo del museo del cuore granata. Conte deve fare a meno anche di Juan Jesus, fuori causa fino alla fine della stagione per una lesione rimediata contro l’Empoli: al momento, al centro della difesa ci sarà ancora Rafa Marin insieme con Rrahmani, come a Monza. Un ballottaggio anche a centrocampo: Anguissa-Gilmour, un nuovo ma già grande classico del Napoli.