Il Napoli è a un passo dalla Champions. E per quanto la cosa possa sembrare pressoché scontata a questo punto del campionato, considerando che a cinque giornate dalla fine sta lottando per lo scudetto ed è primo in classifica con 71 punti insieme con l’Inter, a +12 sulle quinte Lazio e Juventus, ci sono anche due questioni pratiche da considerare. La prima è relativa all’obiettivo dichiarato all’alba della stagione dal club e dall’allenatore: l’immediato ritorno nella grande Europa. La seconda invece riguarda calcoli e numeri: se domani la squadra di Conte batterà il Torino al Maradona, e lunedì non vincerà una tra Lazio e Bologna, allora il ritorno in Champions sarà anche aritmetico dopo un anno di assenza. Il traguardo sarebbe tra l’altro raggiunto a quattro giornate dalla fine, in largo anticipo; anche prima di quanto riuscì a fare il Napoli di Spalletti nella stagione 2021-2022 (tre), la prima sulla panchina di una squadra che pochi mesi dopo trasformò in una favola da scudetto. È tutto da giocare, comunque. Bisogna innanzitutto chiudere con una vittoria la sfida con il Toro, cosa non esattamente semplice e scontata soltanto in virtù della differenza di ambizioni e classifica (28 punti), e poi anche attendere i risultati di Udinese-Bologna e Lazio-Parma, in campo lunedì.
Numeri da record per Conte all'esordio
Non serve attendere altro, invece, per la certificazione di un grande risultato: con 71 punti collezionati e il primo posto in classifica al fianco dell’Inter alla 33ª giornata, Conte ha già migliorato il cammino dei Napoli di Sarri, Ancelotti e Spalletti a parità di calendario e alla prima stagione in panchina. E, volendo, anche di Benitez. Nessuno come lui all’esordio.
Verso la Champions
I calcoli, invece, sono come sempre molti articolati quando si tratta di certe volate finali. La parte altissima della classifica, in questo momento, si declina così: Napoli e Inter 71 punti; Atalanta 64; Bologna 60; Juventus e Lazio 59. Se il Napoli batterà il Torino andrà a 74, mentre se non vinceranno il Bologna e la Lazio andranno rispettivamente a -13 o -14 e a -14 o -15: con quattro giornate da giocare e 12 punti a disposizione, gli azzurri sarebbero irraggiungibili per entrambi. Ininfluente il risultato della Juve in questo caso: se anche vincesse e andasse a 62 punti dopo la partita contro il Monza, non scalfirebbe la superiorità aritmetica del Napoli essendo perdente negli scontri diretti. Tra l’altro, alla 36ª c’è Lazio-Juventus: va da sé che una delle due non può materialmente vincerle tutte. Conte sarebbe aritmeticamente in Champions anche in caso di pareggio, a patto però che la Juve non vinca e la Lazio perda.
Avanti nonostante le assenze
Combinazioni a parte, il grande ritorno in Europa dalla porta principale è ormai davvero vicino: questione di ore o di giorni, è chiaro. Ma il Napoli, oltre a inseguire l’obiettivo dichiarato è anche sulle tracce del grande sogno scudetto nato all’improvviso, a dispetto di tutto e tutti. In barba al mercato, alla cessione di Kvara e alle difficoltà oggettive: Conte, per dirne una, non ha la rosa al completo dal 18 gennaio, notte della vittoria a Bergamo con l’Atalanta; Buongiorno, la dinamite della difesa, ha saltato undici delle ultime diciassette partite; e Neres, la fantasia e l’unica alternativa credibile a Kvara, ne ha giocate appena tre delle ultime nove e ora è di nuovo infortunato e salterà quantomeno le prossime tre. A cominciare dal Toro. Eppure, un motivo ci sarà se il Napoli è ancora lì a lottare testa a testa con la super Inter. Già: Conte ha prima creato una squadra vera e poi l’ha riempita di irriducibili.