Si riparte dalle mani che oscillano, riflesso del pensiero. Calma ai compagni, dice a gesti Scott McTominay, mentre Napoli-Genoa va in archivio lasciando spazio alla delusione per il risultato inaspettato. È stata una settimana intensa vissuta anche col brivido per Scott lo stakanovista che, proprio per questo motivo, ha avvertito un po’ di stanchezza, ha accusato la fatica, si è gestito, ha preparato con prudenza l’appuntamento di questa sera, la penultima curva, un altro passo verso la vetta.
Avanti con McTominay
Si ripartirà da lui, da McT, che sarà in campo partendo da sinistra, il punto di partenza del suo itinerario in cui non ci sono vincoli o strade interrotte. Gioca ovunque, attacca e difende, percorre quasi sempre più chilometri di tutti che sfrutta per attaccare l’area e poi rientrare, recuperare palla e ripartire. Conte gli chiederà un altro sforzo, l’ennesimo, sapendo di potersi fidare: è il maratoneta della squadra e del campionato, del resto. McTominay è la massima espressione del suo calcio universale e totalizzante senza etichette o barriere.
McTominay mai fuori
C’è un motivo se le ha giocate tutte, Milan al ritorno a parte, l’unica saltata ma solo per un improvviso stato influenzale. Poi, sempre in campo dalla Juve a Torino in poi: 31 da titolare, 32 totali con quella di Cagliari, il debutto a gara in corso pochi giorni dopo il suo arrivo. Una lunga attesa, le sfide con Verona, Bologna e Parma saltate, poi ha cominciato a esserci e il Napoli, per lui, s’è adeguato. Cambio modulo, dal 3-4-2-1 al 4-3-3, nuovi meccanismi e una risorsa in più sfruttata prima come attaccante aggiunto, in una sorta di 4-2-4 (o 4-2-2-2), poi come mezzala dalla spiccata puntualità per il gol. Sono undici in questo campionato, dodici con quello al Palermo in Coppa Italia. Gli ultimi al Torino, doppietta, quella per cui anche uno come Milinkovic-Savic ha accettato la resa non senza sorprendersi: le telecamere lo inquadrano quando, spiazzato, si domanda come abbia fatto a vincere l’ennesimo duello. Perché è questo uno dei suoi pregi: ronzare attorno agli avversari e poi colpirli nell’unico istante di distrazione fatale.
Il menù
Ce ne sarebbero altre, poi, di doti: la freschezza atletica, la resistenza all’urto, la capacità di non uscire mai dalla partita, la costanza di rendimento, l’intelligenza tattica, la potenza, volendo anche l’eleganza quando esce palla al piede da situazioni apparentemente scomode. Anche per questo, nei giorni scorsi, McT è stato vittima di un affaticamento per cui è stato necessario un lavoro specifico. Questa sera sarà regolarmente al suo posto. Ha prenotato un tavolo con vista sul tricolore. Sarebbe la prima volta anche per lui. L’ultima Premier dello United nel 2013. Scott non aveva neppure diciotto anni. Sarebbe una storia curiosa ma diffusa: una vita a Manchester, poi arrivi a Napoli ed è subito sole. Altro che cliché.