"Sono io il vostro Cavani"
Il bello è che oggi Aurelio De Laurentiis ha sedotto anche i tifosi del Napoli. Sì, una corrente di detrattori resiste. È difficile quantificarla con precisione ma non crediamo che arrivi al 30%. E ci stiamo tenendo larghi. Inoltre nel corso del tempo, soprattutto dopo la conquista del primo scudetto, sono nate le groupies di Aurelio. Tifosi che lo difendono a spada tratta, che non transigono su alcuna critica. Che lo osannano. «Sono io il vostro Cavani», disse una volta a Dimaro. Ecco, oggi lo pensano in tanti. Tantissimi.
De Laurentiis, l'uomo delle decisioni efficaci
Sì, giornalisticamente forse quello di venerdì sarebbe lo scudetto di Conte. Ma senza De Laurentiis non ci sarebbe stato niente. Non ci sarebbe stato Conte né Buongiorno. Né McTominay né Lukaku. Nonostante quella cessione di Kvaratskhelia che ancora fa male. E che potrebbe fare malissimo. Ma il punto è che De Laurentiis ha dimostrato di saper rinascere dalle proprie ceneri. Dai propri imperdonabili errori. Anche lui è umano. L’ebbrezza del primo scudetto gli ha fatto perdere la testa. Forse per la prima volta nella sua vita, stava portando l’azienda Napoli a sbattere. Lo hanno salvato il suo fiuto imprenditoriale e il suo essere del tutto a-ideologico. Soprattutto nei momenti delicati ha la straordinaria capacità di prendere sempre la decisione più efficace. E dopo quel disastro, ha avuto l’intuito e il coraggio di capire che solo un uomo avrebbe potuto risollevare rapidamente il Napoli: Antonio Conte. Anche a costo di un prezzo carissimo. Tantissimi soldi innanzitutto. Per lui, per il suo staff e per la campagna acquisti (150 milioni in estate a fronte di 0 in entrata; si è poi rifatto con i 75 di Kvara). E soprattutto il suo silenzio, il suo restare defilato. In disparte. Come se fosse ospite nel suo Napoli. Gli è costato. Tanto. Eppure ha accettato tutto pur di salvare la sua azienda. Azienda, non squadra. E ha vinto. Ha vinto anche se venerdì dovesse andare male. Il Napoli si è rimesso in carreggiata. Il sacrificio ha dato i suoi frutti. Sia dal punto di vista aziendale e contabile. Sia da quello calcistico. E se dovesse andar bene, la sua camera con vista diventerebbe un attico nella storia non solo del Calcio Napoli ma in quella del calcio italiano. Il modo migliore per festeggiare i suoi 76 anni: sabato è il suo compleanno. Auguri.