Indaco non è azzurro Napoli: è un po’ blu e un po’ violetto. E di certo è classificato tra i colori freddi. Ma in questa storia ischitana di fine primavera e inizio stagione 2025-2026, “Indaco” è soprattutto il ristorante stellato dove ieri Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte hanno cenato insieme, dopo la seconda giornata di relax al Regina Isabella di Lacco Ameno. Una domenica che di mattina non li ha neanche visti incrociare: il presidente nella sua stanza fino all’ora del pranzo e l’allenatore in piscina con la sua famiglia fino all’ora del pranzo. Che poi hanno consumato tutti insieme: in un clima di grande serenità e armonia che rende davvero faticoso tratteggiare lo scenario sospeso tra lo scudetto e il divorzio. E invece, beh, la storia è indaco. Questa volta come il colore: l’affetto reciproco non è in discussione, ma i dubbi sulla prosecuzione del rapporto restano. La frattura creata dalle strategie adottate dal club sul mercato a gennaio, soprattutto dopo la cessione di Kvara, è stata profonda; e restano anche altre perplessità relative, ad esempio, alle strutture. Il clima lavorativo è ancora freddino come l’acqua del mare di questi tempi e l’ombra della Juve nel frattempo si allunga all’orizzonte di Conte. Per citarlo: lui e De Laurentiis sono due vincenti, ma due vincenti diversi. Per citare il presidente: gli allenatori non vanno obbligati nonostante contratti di ferro.
Napoli, il futuro di Conte si decide a Roma
Il rapporto personale, dicevamo, è solido e vero, altrimenti i due non avrebbero trascorso insieme il weekend e Adl non avrebbe invitato Conte al suo compleanno come un membro della famiglia. Ma le acque del Napoli sono ancora agitate e su questo non ci piove. Domani a Roma, dopo la cena di ieri e la visita dal Papa, andrà in scena il vertice decisivo tra società e allenatore. E la fumata, questa volta, non potrà essere indaco: il futuro non aspetta. Il tecnico, tra l’altro, è stato accostato da tempo alla Juventus: radio calcio sbandiera certezze da un bel po’, tra voci di corridoio e voci da salotto che ovviamente hanno seminato incertezze e dubbi anche nella componente societaria.
Pista Allegri
La programmazione non può aspettare anche perché intorno c’è grande movimento: se divorzio sarà, il nome preferito è quello di Massimiliano Allegri. Un altro vecchio pallino di Adl con cui, tra l’altro, il ds Manna ha lavorato proprio alla Juve. Un altro grande allenatore, vincente e di spessore internazionale. E in quanto tale un tecnico con tanti ammiratori: su tutti, il Milan. Con l’altro capo di Milano pronto a tirare fuori sorprese eventuali, nel caso in cui Inzaghi dovesse andare via dall’Inter dopo la finale di Champions. Il grande caos delle panchine è pronto a entrare nel vivo, la chiusura del campionato e l’ufficialità dei verdetti sono il clic.
Il piano
Conte, De Laurentiis e le rispettive famiglie, però, hanno deciso innanzitutto di trascorrere il weekend a Ischia insieme, ma oggi torneranno in città e a dedicarsi interamente al Napoli: prima la sfilata sul Lungomare a bordo del bus scoperto, poi il party privato del club e per finire domani mattina la visita da Leone XIV in Vaticano. Dal popolo al Papa: una follia, il quarto scudetto del Napoli. C’è davvero di tutto. Compreso il finale thrilling: le previsioni sulla prosecuzione del rapporto non sembrano delle migliori al momento, ma nel corso della riunione romana il ds Manna esporrà anche i piani di un mercato che comincerà con il colpo da maestro: l’arrivo di Kevin De Bruyne, un fuoriclasse autentico al netto dei 34 anni da compiere il 28 giugno. Adl darà ampie garanzie sul tema: le previsioni di investimento parlano di un budget da 200 milioni di euro. Conte, però, ha sempre puntato a un progetto, ha l’ambizione di vincere e la prossima stagione il Napoli dovrà essere attrezzato per difendere lo scudetto; per misurarsi in Champions, in Coppa Italia e in Supercoppa; per continuare a crescere (aspetto fondamentale). A suo tempo, bisogna innanzitutto chiarire il colore della panchina: l’indaco, si sa, non è mica azzurro.