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Castan: «Roma, mai stato meglio. Sono tornato»

Il difensore brasiliano: «Il club non mi ha mai abbandonato e ora voglio tornare titolare»

ROMA - «Chiesi la rescissione alla Roma per tornare in Brasile e curarmi vicino alla mia famiglia. Tutto questo a ottobre. Ma Walter Sabatini mi ha detto di no e mi ha dato alcune settimane per capire cosa avrei voluto fare della mia vita. Non mi sono mai sentito abbandonato, se mi fossi trovato in un'altra squadra, probabilmente mi sarei ritirato. Ma non solo non hanno mai preso in considerazione l'idea di rescindere il contratto, ma in più avevo appena rinnovato, e avevo quindi uno stipendio superiore. Avevano appena venduto Benatia e io avrei dovuto gestire la difesa». Così Leandro Castan parla in Brasile dell'incubo dal quale è uscito più forte di prima. «Iniziai con problemi alla vista, stavo migliorando, ma quando stavo per rientrare mi e' arrivato lo stop dai medici e l'invito a operarmi, anche se la mia vita non era a rischio. Se ho avuto paura di non tornare a giocare? Certo, a gennaio, dopo l'infortunio, avvertivo parecchie difficoltà al momento di toccare nuovamente il pallone. Dovevo imparare a camminare, a correre...Era tutto nuovo. Il rischio di perdere la vita durante l'intervento era circa dell'1%. C'era pero' il 10% di rischio che restassi con la bocca storta, perdessi certi movimenti e subissi determinati danni. E il rischio di non poter tornare a giocare era del 20%. A un certo punto decisi di non rischiare e di non giocare più...». Pericolo passato, perché ora «A livello fisico non sono mai stato meglio, il mio obiettivo è tornare titolare».

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