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Totti, Ronaldo e Shevchenko: i grandi della classe 1976

Il capitano della Roma è l'unico in attività di una generazione di campioni

ROMA - E’ stata una metafora del destino beffardo vederli insieme sullo stesso campo, Francesco Totti a esercitare gittata e precisione dei lanci, Ivan De la Peña che passava sotto il pallone in volo e preparava il materiale dell’esercizio seguente. Il capitano della Roma ha scavalcato due o tre generazioni di calciatori. In alcuni casi particolarmente deprimenti - per i giovani lasciati indietro - anche quattro. Anno 2011, Totti giocatore e De la Peña assistente di Luis Enrique. Nati sotto le stesse costellazioni, più o meno: lo spagnolo appena quattro mesi meno giovane.

ESEMPIO - Erano stelle generose. Nella classe '76 hanno riversato sul calcio internazionale luce frusciante di talento, con Ronaldo (senza Cristiano davanti) che una volta è stato il più immarcabile di tutti e adesso sale e scende dalla bilancia per salvarsi l’immagine, le apparizioni televisive e il progetto di insegnare calcio negli Stati Uniti. E Alessandro Nesta che in Florida a spiegare di che cosa parliamo quando parliamo di football è già andato, ed Emerson (senza Palmieri in fondo) che fa lo stesso in Brasile, aiutando e allevando ragazzini a cui racconta com’era bello giocare in Europa e per spiegarlo cita l’esempio di Totti.

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