ROMA - «Ci penso». A che cosa? Ad andare via dalla Roma. A domanda, Walter Sabatini risponde con due parole secche, precise e refrattarie a tentativi d’interpretazione alternativa. Andare via quando, questo è il problema se non vuole fare del male a nessuno, men che meno alla società che dal 2011 a oggi gli ha affidato praticamente tutto: mercato, scelte tecniche, responsabilità di gestione ordinaria, sguardi sul settore giovanile, equilibri patrimoniali.
30-01-2016 ore 11.40 - JACOBELLI: ECCO I SUCCESSORI DI SABATINI
30-01-2016 ore 20.47 - BALDISSONI: RESTA CON NOI
SOLUZIONI - Sarà alla fine di questa stagione, formalmente, con un anno di anticipo sulla scadenza prevista dal contratto che lega tuttora Sabatini e la Roma. Magari un po’ prima, perché la squadra del 2016-17 va costruita con anticipo. Infatti la Roma da un bel po’ sta interpellando possibili e plausibili successori del direttore sportivo. Ricky Massara, attuale primo collaboratore di Sabatini, può essere una soluzione interna. Ma James Pallotta da una parte dell’oceano e i dirigenti da quest’altra stanno valutando idee diverse: Pasquale Sensibile, che di Sabatini è allievo; Andrea Berta, manager di successo all’Atletico Madrid; Marco Branca, ex dell’Inter ma pure, come giocatore, della Roma; Giorgio Perinetti, che per i quadri giallorossi passò giovanissimo; Pantaleo Corvino, oggi a Bologna; Pietro Lo Monaco, che ha ampia esperienza anche nella gestione aziendale. No, la Roma non rischia di rimanere a lungo senza direttore sportivo. Ammesso che Sabatini vada via davvero, peraltro. Intanto non ha ancora presentato dimissioni, né scritte né orali, o almeno gli interessati negano che dimissioni ci siano state. Così come negano decisamente che Sabatini possa aver borbottato a un tifoso fuori di Trigoria: «Le voci su un mio addio alla Roma sono vere». Ha detto altre cose, le ha dette all’allenatore Luciano Spalletti il quale poi le ha riferite: «Che vada via è un’ipotesi, ammette che è giusto si metta in discussione anche lui, ha parlato con il presidente e sono giunti alla conclusione che o si fa risultato o tutti abbiamo fallito».
ISTINTO - Sabatini dunque sta riflettendo. Come riflette Pallotta, presidente assai meno scollato dal sentimento romanista di quanto si pensi di solito.
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