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Roma, contratto sì o no: Spalletti dica se Totti serve

Francesco vuole giocare, Pallotta lo vede dirigente: peseranno le scelte tecniche

ROMA - Il contratto di Totti è breve (un anno) e leggero (un milione e poco più all’anno) eppure è diventato più complicato di una risoluzione Onu. Succede quando entrano in gioco i caratteri forti di chi negozia, la loro storia, i loro obiettivi. Fin qui sono chiare due posizioni: quella di Totti e quella della società. Il capitano vuole giocare un’altra stagione ancora, virare alla boa dei quarant’anni in campo e con la maglia della Roma.

Il club preferirebbe, invece, chiudesse qui la carriera da giocatore e abbracciasse quella da dirigente: il ruolo lo scelga pure lui, anche vicepresidente, almeno così è trapelato. Spalletti sulla questione, invece, non s’è espresso con precisione. O meglio, ha ripetuto che è giusto Francesco scelga la strada che lo rende felice. E basta. Si è posto, insomma, in una posizione se non terza, diciamo defilata, rispetto ai succitati protagonisti. Un po’ troppo poco per un allenatore. Pochissimo per un allenatore come Spalletti. A cui non fanno difetto carattere, idee precise e forza per sostenerle. Spalletti conosce Roma e la Roma, bellezze e insidie comprese. Fa bene a imporre regole al gruppo e a pretenderne il rispetto.

Non è stato sempre così a Roma. Non è stato sempre così alla Roma. Ma appunto per questo da Spalletti ci si aspetta altro. Ci si aspetta dica se ha intenzione di chiedere a Pallotta di fare uno sforzo, di cambiare strategia e rinnovare il contratto a Totti. Oppure se vuole il contrario. Immaginiamo lo farà o lo stia già facendo per tutta la rosa che ha oggi a disposizione. E Totti della rosa fa parte. Certo non è un giocatore come gli altri, è più difficile da gestire, perché nessun altro è in simbiosi perfetta con la propria comunità. Qualsiasi decisione lo riguardi parla all’emotività di tifosi, non alla loro ragione soltanto, il che rende tutto più straordinariamente complesso. Ma Spalletti ha capacità e conoscenza per riuscire, alla fine, a trattare Totti per quello che è: un giocatore della Roma, in scadenza di contratto, che ha compiuto 39 anni.

Capace di fare ancora assist e gol. Che ancora possiede lampi di una magia rara. Spalletti ci dica se pensa che, fatta la somma dei costi e dei benefici, di quella magia ha ancora bisogno. Ci dica se Totti lo vede nella sua Roma della prossima stagione. Oppure no. Piaccia o non piaccia alla maggioranza dei tifosi, la sua decisione porterà con sé una ventata di provvidenziale sincerità che non potrà non essere rispettata. I silenzi fanno più danni delle liti.

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