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Serie A, Strootman: «A Roma mi hanno sempre sostenuto: adesso voglio vincere»

Il centrocampista olandese parla dopo il suo ritorno in campo da titolare dopo il lungo infortunio: «Pensavo solo a vincere la partita anche se ero un po' nervoso. Totti? Un fenomeno. Lui e Dzeko ti fanno vincere le partite»

ROMA - «Ero nervoso prima della partita, poi in campo mi sono sciolto: pensavo solo a vincere la partita». Così Kevin Strootman, centrocampista della Roma, ha commentato il suo ritorno in campo da titolare a Marassi contro il Genoa. «La notte prima non avevo dormito bene per l'emozione. Pensavo a tante cose. Il ginocchio, le gambe, la partita, tutto. Ero stato fuori molto tempo. Normalmente il mister non dice uno o due giorni prima se qualcuno gioca. E stavolta l'ha detto un giorno prima. Mi sentivo nervoso, lo sono stato anche in campo nei primi 5 minuti. Ma volevo giocare e vincere la prima partita», ha detto il centrocampista olandese a Roma Radio.

Aspettavi di subire il primo fallo?
Anche in allenamento. Le prime settimane nessuno entrava forte su di me. E io dicevo: "No, fatelo". Sennò non sarei stato pronto per le partite, anche se in partita è sempre diverso. Sono contento. Il ginocchio ha tenuto, sto bene di gambe e abbiamo preso i tre punti, che è la cosa più importante. 

Dal campo che partita è stata?
Anche sul 2-1 avevamo la sensazione di poter vincere. Nel primo tempo abbiamo creato tante occasioni. Anche dopo il vantaggio del Genoa abbiamo preso subito la palla e ricominciato a giocare per pareggiare e vincere. E' stata una bella partita per i tifosi. Ma non dobbiamo prendere due gol così a questo livello. Però abbiamo vinto e questo è molto importante.

In campo sei un duro. I tifosi ti amano per questo.
Me lo dicono sempre. Anche fuori Trigoria o allo stadio quando non giocavo e stavo in tribuna. Voglio vincere. Come tutti gli altri giocatori. Forse faccio qualcosa in più per vincere, gli altri parlano con i piedi, io voglio dare un segnale per la squadra e verso l'avversario. Faccio il mio lavoro e voglio vincere.

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Ora bisogna vincere domenica e poi guardare Torino-Napoli.
Il nostro obiettivo è vincere le due partite che rimangono. Non sarà facile contro il Chievo, in questo momento tutte le squadre vogliono vincere e dare il massimo. Noi dobbiamo prendere tre punti e poi guardare il Napoli, sarà dura anche per loro. 

Sei già proiettato all'anno prossimo?
Voglio fare tutto con la squadra. Negli ultimi due anni non ho fatto il precampionato con i compagni e voglio essere pronto dall'inizio. Ma ora dobbiamo pensare solo a vincere queste ultime due partite e poi vedere che succede. Vedremo anche chi resterà e chi andrà via. Ma ora pensiamo solo a queste due partite.

Ti piacerebbe arrivare a 40 anni come Totti?
Sì, ma lui è incredibile. Non ho parole. Nelle ultime partite è stato importantissimo per noi. Lui è il nostro capitano. Quando entra in campo cambia l'atmosfera. Gli avversari hanno paura perché lui può cambiare la partita. Anche Dzeko è entrato bene e lo ha fatto, con un grande assist. Loro sono grandi giocatori. E' sempre un piacere giocare col capitano.

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Tu sei tosto. E Spalletti?
Chiede tanto. Più in allenamento che in partita. Così deve essere. La partita deve essere più facile dell'allenamento. Ha cambiato delle cose qui, ma non voglio paragonarlo a Garcia, che ha fatto un gran lavoro. Lui chiede tanto ai giocatori. Mi piace questa cosa. Noi vogliamo vincere e lui fa tutto per vincere le partite. Ieri ha cambiato modulo e tattica durante la partita. Ma se noi iniziamo bene la partita e vinciamo 3-0 lui non deve cambiare. Siamo comunque pronti per usare tutti i moduli di gioco.

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L'affetto della gente per te è speciale.
L'ho sempre detto. E' incredibile. In tante società se un giocatore non gioca per due anni dicono di venderlo e mandarlo via. Qui mi hanno sostenuto sempre. Io voglio dare qualcosa indietro, restituire questo affetto e giocare. RIngrazio tutti. Lo staff tecnico, i dirigenti e i miei compagni che hanno sempre creduto in me. Ma voglio ringraziarli in campo, non con le parole.

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