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Roma Memories, l'incantesimo di Pizzaballa

Da Bergamo a Roma con l’ombra di Zoff «Io ci misi i nervi, il Mago mi trasformò»

ROMA - Ad agosto fa cinquant’anni di matrimonio e va a festeggiarli a Roma. «Con tutta la famiglia:figlio preparatore, figlia ortopedica, quattro nipoti». Pier Luigi Pizzaballa parte da Gorle: fa parte del mezzo migliaio di abitanti. Provincia di Bergamo, da dove si era allontanato nel 1966 dopo otto stagioni di Atalanta. Va via Fabio Cudicini e consiglia alla Roma di prendere Dino Zoff. Troppo banale. Prendono Pizzaballa che costa un po’ meno, ma neppure tanto visto che lo sottraggono con destrezza al Milan.

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«Stavo al Mondiale, torno convinto di essere stato preso dai rossoneri. Mi dicono che mi hanno ceduto alla Roma. Per sei mesi sto così così: da una città raccolta e tranquilla a una metropoli e a uno stadio in cui esci dagli spogliatoio e ti trovi davanti sessanta o settantamila persone. Ma qualche esperienza l’avevo. E anche qualche dote». Più di qualcuna: parava in Nazionale, come dicevamo, e più tardi quando al Milan c’era poi andato partecipò a due semifinali e a una finale di Coppa delle Coppe. Alla fine della storia vince un campionato di B e due volte la Coppa Italia, una con l’Atalanta e una con la Roma. Ne fanno una figurina introvabile, era un ottimo portiere.

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