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Stadio della Roma di nuovo bloccato: il club è stufo e va in tribunale

ANSA
Il ricorso al Tar sembra l’unica via. E la Raggi ora chiude. Tre anni fa niente osservazioni sulla tribuna protetta: per questo il club spera di vincere

ROMA - James Pallotta ha detto di tutto. In privato. In pubblico meglio moderare il linguaggio. Non i concetti, piuttosto aspri anche nel comunicato ufficiale che i cosiddetti proponenti - la Roma, il costruttore Luca Parnasi - hanno diffuso dopo che un atto della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Roma è caduto come una ghigliottina sul progetto dello stadio di Tor di Valle.

PERCORSI - Ricorreranno al Tar. E’ l’unica via d’uscita da questa trappola giuridica, politica, amministrativa che ha ingoiato le speranze di una soluzione pacifica. Non subito, intanto perché oggi è domenica, intanto perché gli avvocati hanno bisogno di tempo e calma per scrivere cose che si reggano in piedi un po’ più della struttura del vecchio ippodromo. E poi perché non hanno perso le speranze di risolvere la faccenda in qualche modo differente. Coinvolgendo il ministero dei beni culturali, di cui la soprintendenza è un’emanazione. Si tratta, è ovvio, di percorsi accidentati dal punto di vista legale. Di sicuro non hanno intenzione di arrendersi. Vogliono costruire lo stadio, vogliono lottare per i loro diritti e sono stufi, come i cittadini non necessariamente tifosi, di questa danza insensata che non finisce mai. Quante probabilità di successo abbia la lotta è un altro discorso. Il vincolo posto sulla tribuna dell’ippodromo è un buco nero piantato nel centro del progetto. Lì non si può costruire nulla, solo toccare quel che già c’è e che comunque non può elevarsi oltre l’altezza della struttura protetta. Sotto tutela anche la pista, del tutto inutilizzata da quattro anni. A proposito: la preziosa tribuna progettata da Julio Lafuente nel 1959 è stata spogliata di tutto il metallo recuperabile. [...]

LO STOP DELLA SOPRINTENDENZA

I PROPONENTI SONO STUFI

LA STRATEGIA - Il vincolo diventa definitivo solo tra quattro mesi e potrebbe anche essere negato se le argomentazioni dei proponenti saranno ritenute valide. Il piano è: portare avanti comunque la trattativa con il Comune (domani e martedì i 5 Stelle decideranno come comportarsi, mercoledì incontreranno i proponenti), cercare di portare a termine positivamente la conferenza dei servizi, la cui chiusura è fissata per il 3 marzo; nelle settimane successive vincere la partita del vincolo oppure ottenere una sentenza favorevole dal Tar. Altrimenti il rischio è di buttare altri due anni e perdere di vista il futuro.

DI MAIO SULLO STADIO

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