Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Roma, la missione di Di Francesco: riscrivere la storia

ANSA
Giallorosso per storia e cuore. Sa come si chiama l’avversario più difficile: scetticismo. Scommessa? Non più di Allegri quando andò al Milan

ROMA - Dicono che qui non bastano neppure le certezze, figuriamoci gli atti di fede. Eusebio Luca Di Francesco è un rebus sin dal nome e dovreste vedere il suo codice fiscale. A Roma hanno sbagliato i tempi tutti quelli che sono arrivati per esplorare ed essere esplorati, allievi, vecchi maestri e persino maestri vecchi. Per vincere ci vogliono i Liedholm e i Capello, Luis Enrique è finito essiccato come uno yogurt nel microonde, il cupo Rudi Garcia è stato rosicchiato lentamente fino al nocciolo, poi sputato via. E altre cose del genere. Come se Di Francesco non avesse avuto a che fare con Giorgio Squinzi che nella chimica e nel ciclismo si è coperto di gloria e a un certo punto si era anche messo in testa di essere in gara per lo scudetto. Come se fosse facile tenere a bada Domenico Berardi fino a fargli dire che dove va Di Francesco va anche lui. Magari non succede, mettiamo qualche limite ai piani segreti dei tifosi della Roma.

VIDEO, TOTTI E I CINESI

IL GENIO - Come se la capitale d’Italia poi fosse così differente da Milano, che a suo tempo decise di abbandonare le certezze - anche perché le certezze s’erano allontanate per conto loro - e di darsi a un livornese dalla lingua sbrigliata che a Cagliari avevano appena esonerato. Max Allegri era stato chiamato a mettere il naso nelle faccende rossonere con un tale entusiasmo che Berlusconi borbottava: «Potrei fare io l’allenatore». Secondo molti ci pensava davvero. Allegri com’è noto a chiunque adesso ha vinto tre scudetti e tre Coppe Italia di fila con la Juventus, ha partecipato a una finale di Champions League e ben presto ne assaggerà un’altra, con migliori possibilità di successo rispetto alla prima volta, è stato scelto in due occasioni come miglior allenatore d’Italia dagli altri tecnici, in tre dai giocatori e in una dai giornalisti. Lo considerano, con la misura caratteristica del mondo del calcio, un genio nella redistribuzione degli uomini in ruoli che non hanno mai provato e neppure mai pensato: Mandzukic terzino, Pjanic regista, Dybala esterno. Fa agli altri quello che gli altri hanno fatto a lui, cominciando da Galeone che lo prese trequartista in terza serie e lo mise mezzala senza stare ad ascoltare le sue rimostranze piene di c aspirate. [...]

Leggi il resto dell'articolo sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi