Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Totti, in una carriera l’emozione di chi ama il calcio

LaPresse
Il capitano della Roma che lascia il calcio giocato ha - per magìa - fermato anche il tempo, bloccato i ricordi, affollato una suggestione comune

ROMA - Con l’aria un po’ meno scanzonata del solito e la voce graffiata dall’emozione, ha raccontato se stesso e il suo sogno: «Avete presente, da bambini, quando la mamma ti sveglia per andare a scuola? Interrompe la tua storia fantastica e - per quanto ti sforzi - non c’è modo di ripartire e scoprire come sarebbe andata a finire. Ecco, io stasera mi sento così». Un’immagine suggestiva, attingendo ai ricordi, contagiosi, come sanno essere i fremiti, i battiti, i sospiri. Perché Francesco Totti, per la sua gente, per tutti quelli che amano il calcio, per le tifoserie rivali che gli hanno tributato omaggi ed applausi, per i campioni che hanno postato su twitter i loro messaggi d’amore, per le generazioni che hanno attraversato una carriera colorata come una favola, è stato in fondo quel sogno.

Venticinque anni con la stessa maglia, dipingendo i pensieri, sfumando le sconfitte e le ansie, cancellando i momenti più bui, aggiungendo del rosso e dell’oro, per metterci un altro po’ di passione ed un senso di infinita ricchezza. Bastava alzare lo sguardo e cercare quel sogno in curva, in tribuna, in uno stadio commosso, felice di esserci, partecipare; che non si sarebbe mai voluto svegliare. Troppo bello aver popolato una storia incredibile, troppo forte il rimpianto per non aver potuto allontanare il finale, scoprendo che il tempo - come ha detto lui stesso - è l’avversario più duro, implacabile.

Totti che lascia il calcio giocato ha - per magìa - però fermato anche il tempo, bloccato i ricordi, affollato una suggestione comune. Perché non c’è dubbio che sia capitato anche con altri fenomeni, da Del Piero a Maldini, da Zanetti a tutti quelli - impossibile fare un elenco - che hanno finito per raccogliere dentro una carriera, una vita, i sogni di tanti. Ma ogni volta che una bandiera finisce di agitarsi e agitare, è qualcosa di sempre più duro da raccontare. Perché è dimostrato che il calcio non è fatto per moduli e schemi, perché uno stadio difficilmente è esaurito anche per una gara importante, ma è capace di essere bello e stracolmo, sicuramente più intenso - un rincorrersi di sorrisi e di lacrime - se è capace di raccontare una storia. Una favola. Un sogno. E non è decisivo che anche stavolta sia stato interrotto. L’importante, come diceva uno dei tanti striscioni, è averlo vissuto. E poi ognuno può scrivere il finale che preferisce, che vuole. Basta continuare a volerlo. Giocando. Con fantasia.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi