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Roma, nel semplice mondo di Ünder. Vive nell'attico che era di Szczesny

Dopo i due gol di domenica al Benevento, una tranquilla serata casalinga per il turco. L’amico Serhat Balci: «Non avete ancora visto niente, crescerà ancora»

ROMA - Vive appartato, timidamente, protetto nel suo nuovo mondo da un amico vero: si chiama Serhat Balci, ha 30 anni e da un mese lo ha raggiunto a Roma, per fargli sentire meno la nostalgia del Bosforo. «Praticamente è come se fossi un cugino per Cengiz», ci racconta sull’uscio di casa, dopo la sua seduta di jogging in un pomeriggio umido.

ARTISTI - Il nuovo baby fenomeno della Roma ha preso casa in uno stabile anonimo, nel cuore dell’Eur, a pochi metri da dove presto la società aprirà la sua nuova sede amministrativa. I nomi delle strade del quartiere, tra Viale Shakespeare e Via Stendhal, sembrano un segno del destino: il genio di Ünder nascosto idealmente tra gli immortali della cultura, tanto più che la Nuvola di Fuksas è giusto dietro l’angolo. In realtà l’appartamento, al quinto piano di una palazzina qualunque, gli è stato assegnato dalla Roma: prima di lui c’era Szczesny, prima ancora Zukanovic e Ibarbo. Non vi immaginate il verde dei villoni di Casal Palocco e nemmeno le case moderne dei vip del Torrino, due feudi abituali dei calciatori della Roma. Questa è una strada ordinaria, di popolo: uffici, ristoranti, agenzie immobiliari, il gommista «di Nainggolan e Perin». Il viale, superata la Colombo, si trasforma in un sentiero di “struscio” con i negozi griffati. «Ma per lo shopping Cengiz preferisce la zona di Piazza di Spagna, gli piacciono le scarpe» precisa l’angelo custode Serhat, che a differenza dell’amico parla un ottimo inglese: «Non è stato facile per lui uscire dalla Turchia e adattarsi a un’altra cultura, un’altra lingua, un altro cibo. Adesso mi sembra che le cose stiano migliorando. E credetemi, io lo conosco bene: non avete ancora visto niente di ciò che può fare».

RIPOSO - Cengiz è in casa e dorme, dopo una notte in cui ha faticato a prendere sonno e una mattinata in cui ha fatto un lavoro di scarico a Trigoria. Ma chi immagina una serata di bagordi dopo la doppietta con assist al Benevento si può tranquillamente ricredere, come ci racconta l’avvocato Marco Mele che abita al piano di sotto e parcheggia lo scooter davanti casa: «Ha fatto prima lui a rientrare che io a infilarmi il pigiama. L’ho sentito tornare intorno a mezzanotte, non so come abbia fatto visto che la partita era finita da poco». Ünder si è goduto la serata con le persone a lui più care, compresa la famiglia che ogni tanto arriva per coccolarlo e che si è fatta viva con le videochiamate: il padre, la madre, la sorella e il cognato. Istanbul non sembra più così lontana, adesso. Grazie anche ai compagni, che lo trattano ormai come una mascotte: la scorsa settimana, dopo la rete di Verona, Ünder è stato a cena da Perotti con altri compagni di squadra.

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