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Roma, Di Francesco: «Juventus? Il gap c'è, ma vogliamo il terzo posto»

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Il tecnico alla vigilia della delicata sfida dell'Olimpico: «Giocheranno Alisson, Dzeko, Florenzi, Kolarov, De Rossi ed El Shaarawy». Sul mercato: «Non faccio campagna acquisti, ma l'importanza dell'allenatore è ovvia...»

ROMA - «Contro la Juventus sarà una partita importante. Teniamo al terzo posto in classifica, è il desiderio mio e della squadra». Eusebio Di Francesco presenta così la sfida dell’Olimpico, fondamentale per blindare le ambizioni Champions. «Dobbiamo cercare di dare continuità a un certo tipo di squadra, di idea – ha detto il tecnico in conferenza stampa -. La Juve in questi anni ha vinto tantissimo, non soltanto con Allegri. La Roma spesso è arrivata seconda, sempre un pochino dietro. Il gap c’è sempre stato, ma non è che adesso arrivo io e trovo la medicina per risolvere il problema. Dovremo rinfonrzarci dove siamo deficitari ma qualche passo avanti l'abbiamo fatto. In campionato siamo in ritardo e in Champions abbiamo fatto meglio. Loro non muoiono mai. Cinquantesima partita? Sì, e spero di farne altre. È un piccolo obiettivo ma mai accontentarsi». Un po’ di anticipazioni sulla formazione: «Giocheranno Alisson, Dzeko, Florenzi, Kolarov, De Rossi ed El Shaarawy. Per il resto vedremo».

MENTALITÀ – «In casa abbiamo subito troppe sconfitte – ha proseguito Di Francesco -. L’Olimpico deve tornare un fortino, la Juventus costruisce tantissimo in casa. Spero che domani e in futuro miglioreremo il rendimento interno. Fuori casa invece ha fatto la differenza il rendimento della difesa. Conta arrivare in Champions, ma anche per mentalità è giusto ambire ad arrivare terzi».

MERCATO - «Non faccio campagna acquisti, credo sia prematuro parlare di mercato. Non ne ho parlato nemmeno in società in modo concreto. Poi l’importanza dell’allenatore è ovvia: bisogna capire quello che voglio io e non solo io che capisco ciò che vogliono gli altri».

SECONDE SQUADRE - «Sono nettamente favorevole, per le grandi squadre è un vantaggio per far crescere i giovani. Deve essere una vetrina per i campionati inferiori ma bisogna avere rispetto per le squadre che lavorano e lottano da tanti anni in B e Lega Pro. Sono favorevole al cambiamento, ma con i giusti accorgimenti».

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