LE ORIGINI E LA TENTAZIONE DI SMETTERE
Messicano di Rosarito, Bassa California, municipio a una manciata di chilometri dalla frontiera con gli States, nell’estate del 2011 l'allora 21enne Herrera militava ancora nel Tampico Madero, squadra 'filial' del Pachuca. «Prima di diventare un calciatore vero, il canterano deve imparare a soffrire e a girovagare, deve farsi le ossa» era infatti uno dei motti del club e lui le ossa se le era fatte nel Venados de la Magdalena Conteraras e negli Arroceros de Cuautla (terza divisione) prima di arrivare appunto al Tampico Madero (seconda divisione) e ritornare infine al Pachuca che gli concede un torrido debutto, datato 23 luglio, in occasione dell’accesa sfida con il Santos Laguna. Il ragazzo non lascia indifferenti e, 13 partite dopo, si guadagna il premio come miglior debuttante dell’Apertura 2011. Eppure fino a quel momento nel club nessuno credeva in lui, che era quasi tentato prima di lasciare finché proprio nel 2011 il nuovo tecnico Efrain Flores decide di puntare su di lui: «Non ho dovuto far altro che metterlo in campo, poi ci ha pensato lui a mostrarci cosa era in grado di fare» ha poi rivelato qualche anno dopo il suo mentore in un'intervista.