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Mercato, Monchi, arbitri e Roma: tutte le parole di Pallotta in questa stagione

Tante dichiarazioni del patron giallorosso ma mai una visita ai giocatori: è da giugno che non si vede nella Capitale

ROMA - Stadio, giocatori, dirigenti, arbitri, presidentiPallotta contro tutto e tutti. È stata una stagione dalle mille parole per il patron della Roma: dai commenti sulla campagna acquisti estiva, passando per i problemi burocratici per lo stadio, fino alle diatribe con Uefa, Di Francesco, Monchi e addirittura De Laurentiis. James Pallotta si è fatto sentire ieri anche con la squadra, un «Basta alibi, servono le palle» che il patron spera venga recepito dai giocatori per queste ultime nove partite di campionato. Parole arrivate sempre da Boston, mai direttamente da Roma: è infatti dall’11 giugno 2018 che il patron americano non viene nella Capitale. 

18 GIUGNO 2018 - Le prime parole della nuova stagione si aprono con l’annuncio del rinnovo del contratto di Eusebio Di Francesco: «La scorsa estate, quando abbiamo ingaggiato Eusebio, dichiarai che eravamo in cerca di un allenatore in grado di ottenere il massimo dalla nostra squadra e allo stesso tempo di far crescere i nostri giovani talenti», ha commentato Pallotta. «Credo che il mister sia riuscito a ottenere entrambi i risultati alla sua prima stagione sulla nostra panchina. Per noi è importante mantenere la continuità e la stabilità che Eusebio apporta al progetto. Il rinnovo del contratto che ha firmato oggi è il segno di quanto crediamo nelle sue capacità di far crescere sempre di più la Roma».

ROMA IN CRISI NERA, PALLOTTA RESTA A BOSTON

26 LUGLIO 2018 - Dopo più di un mese Pallotta torna a parlare, questa volta però con un sentimento ben diverso. La Roma perde in extremis Malcom, passato al Barcellona, nel frattempo Monchi vende Nainggolan all’Inter e Alisson al Liverpool: «Il Barcellona è intervenuto in maniera poco etica. La mattina Monchi era in video conferenza con l’agente, l’accordo era fatto. Abbiamo le prove legali, sembra che il Bordeaux sarà chiamato a testimoniare.Ieri il Barcellona ci ha chiesto scusa per Malcom, ma non le accetto, a meno che non ci vendano Messi. Il calciatore voleva venire da noi, con l’Everton e il Leicester c’erano stati solo colloqui formali. Con lui avevamo già concordato una clausola risolutoria di 120 milioni di euro. Nainggolan? Abbiamo dovuto fare una scelta, ci sono diversi aspetti che abbiamo tenuto in considerazione tra cui la sua età. Non conosco tutti i problemi, ma Di Francesco ha deciso che era il momento. Alisson? Dai siamo seri. Settanta milioni sono molti». Infine, sul mercato di Monchi: «Il motivo per cui ho preso Monchi è perché penso che sia bravo, se non il migliore, e me l’ha dimostrato nei primi 15 mesi di “pulizia”. Prima dell’affare Malcom, credo che Monchi abbia fatto una buona campagna acquisti, e non abbiamo ancora finito. A giugno Nainggolan è andato all’Inter e abbiamo presto Pastore, Marcano, Kluivert – che penso sia stato un altro grande colpo -, Coric, un giovane ragazzo croato che contro il Tottenham ha fatto bene. Se guardate a tutti i calciatori che abbiamo preso, abbiamo rinforzato tanto la nostra squadra rispetto agli ultimi anni. Ho molta fiducia nel fatto che Monchi abbia l’abilità di parlare ai calciatori e portare le persone a voler andare a Roma». 

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