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Roma in crisi nera: Pallotta però resta a Boston

Il presidente rinvia il viaggio nella capitale: al suo posto arriveranno i suoi legali per parlare dello stadio

La furia di Pallotta nei confronti dei giocatori. Ieri in un tweet il presidente ha detto che non ci sono più alibi e probabilmente non si riferisce solo alla squadra. La profonda delusione e una serie di impegni lo porteranno a rinviare il suo viaggio a Roma programmato per l’inizio di aprile. Ma Pallotta non molla sulla questione stadio. Oggi arriveranno a Roma due suoi avvocati (Meddel e un suo collaboratore) e in agenda hanno una serie di incontri, che si augurano siano definitivi. Dopo aver raggiunto l’accordo per l’acquisto dei terreni e dell’intero dossier, non è stata ancora pagata la prima trance, fondamentale per la sopravvivenza di Eurnova. Pallotta vuole subordinare la firma definitiva all’approvazione della variante e della convenzione urbanistica, i cui tempi per l’approvazione in aula rischiano di allungarsi a dopo l’estate. Anche se i collaboratori di Pallotta sperano ancora che si riesca a calendarizzare la votazione entro giugno. I tecnici del Comune hanno ripreso a lavorare con quelli dei proponenti dopo la nuova inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto dell’ormai ex presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito.

PALLOTTA: «ROMA, FUORI LE PALLE!»

IL RUOLO DI EURNOVA - In ogni caso Eurnova ha attivato il procedimento urbanistico, se cambia o salta, va rivisto l’intero progetto. Insomma, questa settimana sarà importante anche per lo stadio, anche se Pallotta in questo momento è alle prese con la crisi profonda della squadra, che rischia di restare fuori dall’Europa per la prossima stagione. In favore del via libera per l’impianto di Tor di Valle si è espresso anche il presidente della Federcalcio, Gravina e in Campidoglio si è esposta anche Roberta Lombardi, esponente di spicco del M5S: «Da simpatizzante romanista mi auguro che la Roma possa avere un suo stadio in tempi umani. È successo che il processo comunicativo intorno a Tor di Valle, e penso a Totti col suo “famostostadio”, ha influito sulle posizioni dell’amministrazione, che veniva da un ‘no’ alle Olimpiadi. Ho sempre sostenuto che la struttura potesse farsi altrove: penso alla Fiera di Roma, dove c’è anche l’aeroporto e ci sono già collegamenti su gomma e su rotaie». Ma ormai l’area è stata individuata, Pallotta è pronto ad acquistare i terreni e secondo la Roma non si può più tornare indietro.

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