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Roma, sette anni di Pallotta: il racconto della sua presidenza

Dal sogno scudetto, al fucking idiots fino alla lettera: la cronistoria di Pallotta alla guida del club giallorosso

 

 

SPALLETTI, SABATINI E L'ADDIO DI TOTTI

"Sono sicuro che Spalletti possa fare la differenza, ha un ottimo team di preparatori, i ragazzi sono molto in forma. Se pensiamo a Juan Jesus, guardate quanto ha giocato bene, lui per primo ha ammesso di non aver espresso il massimo del suo potenziale, qui lo stiamo aiutando a migliorare. In Spalletti ho notato questo, mi mostrò sul suo tablet come avrebbe giocato il calcio in difesa, cosa che non avevamo mai fatto fino a quel momento. Mi piacerebbe tantissimo che Luciano rimanesse a lungo. Crede in questa squadra, più di ogni altra allenata". Le parole di Pallotta (luglio 2016) non sono di buon auspicio, e la stagione si apre con l'eliminazione nei play off dalla Champions League. 

E in soli sei mesi cambia anche l'umore nei confronti del tecnico toscano dopo le sconfitte contro Lazio, Napoli e Lione: "Contro il Napoli, prima della partita, non avevo buone sensazioni sulla formazione. Salah è entrato a 35 minuti dalla fine - dice il numero uno giallorosso nel marzo 2017 all'emittente radiofonica SIRIUS XM - e abbiamo iniziato a creare molte occasioni, colpendo anche un palo. Ha riaperto la partita: poteva essere schierato prima, o dall'inizio. Con il Napoli potevamo fare meglio, con il Lione, invece, abbiamo finito la benzina nel secondo tempo". Il presdiente critica la gestione dei dieci giorni a tinte thriller vissuti dalla Roma da inizio marzo: "La cosa frustrante è che abbiamo giocato bene anche con il Lione, creando svariate chance per segnare. Poi è finita la benzina: credo che alcuni giocatori siano stanchi per i troppi minuti giocati, sia per via degli infortuni che ci sono capitati, sia per le nostre scelte per il mercato estivo". Con ques'ultima frase si mette in evidenza anche la frattura con Walter Sabatini che aveva rescisso il contratto con la Roma nell'ottobre del 2016: "Non sono state fatte scelte giuste su chi tenere e chi no - ammette Pallotta alla web radio statunitense -. Dovevamo cambiare politica sui giovani mandati in prestito, che ora ci avrebbero fatto comodo per dare riposo ai titolari. Questa cosa, in futuro, cambierà". Pallotta ha poi provato a correggere il tiro dopo qualche giorno tramite la radio ufficiale, dichiarando di non aver criticato l'operato di Spalletti e Sabatini: "Nella capitale - lamenta il presidente - si estrapolano troppo spesso le parole da contesti più ampi, ormai ci sono abituato". 

La stagione della Roma si chiude con un seocndo posto in classifica, ma a tener banco è la questione Totti. L'addio al calcio del capitano giallorosso nell'ultimo match di campionato contro il Genoa: gli applausi e le lacrime per il numero dieci, i fischi a Pallotta da parte dell'Olimpico ogni volta che veniva inquadrato nei maxischermi. 

Ci siamo parlati per 18 mesi, siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d'onda, non dirvi tutti i giorni quello che ci diciamo non significa che non ci siamo parlati. E’ frustrante leggere che non abbiamo avuto rispetto per Francesco. Diciotto mesi fa abbiamo iniziato a parlare del contratto di quest'anno, non gli abbiamo mai mancato di rispetto. Significa molto per Roma, ed è una follia leggere certe cose. Abbiamo parlato molto e resta tra noi. Quando con Francesco decideremo il futuro, capirete". 

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