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Roma, Fonseca: "Non si può fermare la Serie A ma giocare le gare internazionali"

Il tecnico giallorosso bacchetta la Uefa che non ha sospeso le gare di Champions ed Europa League: "La salute delle persone è più importante del calcio"

ROMA - Paulo Fonseca bacchetta la Uefa per la mancata sospensione delle competizioni internazionali vista l'emergenza Coronavirus. Nel giorno in cui il governo spagnolo ha vietato i voli tra Spagna e Italia, compromettendo quindi le gare di Champions ed Europa League, il tecnico della Roma ha rilasciato un'intervista all'agenzia Efe parlando del momento che sta vivendo il calcio italiano, senza Serie A, ma con le competizioni europee: "C’è qualcosa che è più importante del calcio ed è la salute delle persone. Penso che in questi giorni verranno prese decisioni molto importanti e non dovrebbero essere prese solo dai rispettivi campionati, ma dovrebbero essere prese in collaborazione con la Uefa. Non possiamo fermare la Serie A e poi giocare Valencia-Atalanta. Il coinvolgimento della Uefa sarà molto importante per tutti i campionati".

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Come giocherà la Roma a Siviglia?
"Non posso rivelare i segreti. Ci saranno due squadre con idee di gioco molto offensive. Conosco molto bene Lopetegui, è stato il mio successore al Porto, è una persona e un allenatore che ammiro molto. Roma e Siviglia sono due squadre che vogliono dominare la palla, giocare e creare situazioni offensive. Il Siviglia viene da dei buoni risultati e la Roma è in un buon momento ed è motivata. Non abbiamo paura, andiamo là senza paura, anche se abbiamo molto rispetto per il Siviglia, che è una squadra molto forte".

Il gioco della Roma inizia dai piedi Pau López…
"È un grande portiere. Per quelli a cui piace giocare come me è uno dei migliori portieri del mondo con i piedi, non c’è quasi nessuno a cui piace. È un portiere molto calmo, con molta fiducia e che dà alla squadra molta stabilità. È uno dei migliori portieri d’Europa ed è in un buon momento".

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A gennaio sono arrivati Carles Perez e Gonzalo Villar…
"Villar è un giovane che abbiamo scoperto all’Elche. È un calciatore forte e coraggioso, gioca con la Spagna Under 21 e sarà una grande sorpresa tra qualche anno. Carles Perez si sta adattando bene, il calcio italiano è molto più tattico. È un giovane di grande qualità di cui ci fidiamo molto e, se continua così, lavorando così, sarà un grande giocatore".

Cosa ci vuole per allenare il figlio di Patrick Kluivert?
"È molto semplice (ride, ndr). È come qualsiasi altro giocatore. Per me, Justin Kluivert è un normale giocatore della squadra, un giovane con un grande talento".

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In campionato siete a tre punti dal quarto posto occupato dell’Atalanta…
"Non è facile. L’Atalanta è una squadra molto forte in questo momento. Ma, onestamente, credo che sia possibile arrivarci, il campionato è ancora lungo. Qui, in Italia, l’ultimo può battere il primo e se stiamo bene fino alla fine del campionato possiamo raggiungere il quarto posto".

In Italia hai conosciuto Cristiano Ronaldo?
"Ho già giocato contro di lui, gli ho parlato. Non posso dire molto di più su di lui di quanto sia già stato detto. È un grande giocatore, un grande professionista. Se ci parli, contrariamente a quanto pensano alcuni, è una persona molto simpatica, amichevole e aperta. Un professionista eccellente, anche se non ho mai lavorato con lui. E qui in Italia non è facile segnare gol".

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Quali sono i suoi sogni da allenatore? Per la Champions chi è la sua favorita?
"Ho sempre sognato di allenare in Italia, Spagna o Inghilterra, che sono, per me, i tre migliori campionati del mondo. La squadra che mi piace, perché sono un grande estimatore di Guardiola, è il Manchester City".

Ammira anche Jorge Jesús, che l’ha allenato ai tempi dell’Estrela Amadora giusto?
"In quegli anni (2001-2002, ndr) Jorge Jesús era già un allenatore molto diverso, con un grande rigore tattico. Ho ancora un buon rapporto con lui".

Il grande salto in avanti della sua carriera è stato quando ha allenato il Paços de Ferreira nel 2011-2012, con il quale è arrivato terzo in campionato ed è riuscito a giocare in Europa per poi firmare un anno dopo con il Porto…
"Il Paços de Ferreira è un club fantastico, molto accogliente, come una grande famiglia ed è una squadra che offre opportunità ai giovani allenatori. Al Porto (2012-2013, ndr) ho allenato giocatori come Jackson Martínes o Danilo. Ho anche allenato, per coincidenza, il brasiliano Fernando, un giocatore che ora è a Siviglia e che al Porto con me è sempre stato un ragazzo delle giovanili. Ora però è infortunato".

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